venerdì 31 dicembre 2010

A tutte voi, che come me temerete i botti di mezzanotte... :)

E così ci apprestiamo a salutare il caro 2010...
anche se io non la vedo in realtà questa linea di demarcazione, refrattaria come sono alle convenzioni da calendario, e infatti per me i cenoni di capodanno sono un po' un supplizio.
un figlio meraviglioso, questo mi ha portato quest'anno.
un anno bello e ricco, anche se mi sembra di esser rimasta immobile per tanti versi in verità mi sono mossa tanto, dentro, cambiando, crescendo, accettando come scrive, giustamente, Ondaluna, adeguandomi ai mutamenti in atto senza lamentarmi troppo.

mi piacerebbe dire che ora sto in quel limbo in cui una porta è già socchiusa alle mie spalle e una sta per aprirsi davanti ai miei occhi, ma io vedo il 31/12 e l'1/1 come due giorni qualunque, al massimo come un'occasione per fare un po' di buoni propositi, per scaricare un po' di bagaglio inutile, per iniziare ufficialmente ad aspettare la primavera (sì lo so, parto in anticipo!) e per sperare in qualche cambiamento che aspetto da un po' (la-vo-ro).

cosa vorrei...
se fosse concesso volere tutto, vorrei pace e salute per noi tre e i nostri familiari. un lavoro umano che mi permetta di stare anche con mio figlio. una casa più grande. un secondo figlio (o figlia). :)
e poi, tanto per pensare in grande, vorrei speranza per questo paese, che vuol dire speranza per il futuro del mio bambino.

stasera penserò a tutte voi amiche mamme e blogger, prese anche voi dai vostri pupi mentre intorno i festeggiamenti impazzano, preoccupate come me che i botti di mezzanotte non li sveglino sennò son cavoli amari, e di andare a letto il prima possibile che l'indomani la nano-sveglia squilla senza pietà alla stessa ora di sempre...
è stato bello conoscervi quest'anno, sarò ancora più bello continuare a farlo per tutti i mesi che verranno.

tanti, tanti auguri a tutte

martedì 21 dicembre 2010

Il primo natale davvero felice...e tutto può finalmente ricominciare

Questo è il primo natale felice dopo molti, molti anni.

dopo i natali col pensiero della malattia di mia madre, ammantati di malinconia e resi inutili e disgustosi dal pensiero del suo dolore, della sua disperazione, distanti anni luce da una festa, anche se la festa si imponeva.
e poi quelli "con l'assenza" di mia madre, assenza che riempiva le giornate, facendoci pregare che passassero in fretta, le maledette feste.
dopo i natali senza la nonna, senza lo zio, e poi quello lontana da casa, e sempre questa voglia di ritrovarmi subito a gennaio per favore, purchè tutto finisse presto.

non volevo scrivere cose tristi, son venute fuori da sole.

ma adesso le luci bianche hanno un senso. le decorazioni, le stesse che scelse mia madre anni fa, riscaldano di nuovo la casa. i sorrisi sono sinceri, la gioia è vera e ci fa riunire a tavola con impazienza.
i pacchi colorati aumentano di numero sotto l'albero di casa del tuo nonno, dove siamo volati per festeggiare questo natale, piccolo mio, e sono quasi tutti per te.

tuo padre ha detto una cosa giusta, ha detto "ma perchè si dice che i figli devono ringraziare i genitori, quando è così evidente che sono i genitori a dover ringraziare i figli per tutta la meraviglia che portano?"
sei così piccolo ancora, eppure ci hai cambiato la vita.
un'intera famiglia di quasi trenta persone gioisce grazie a te e al tuo cuginetto di due mesi, e voi due nemmeno lo sapete. mi son chiesta mille volte come possano delle personcine in erba stravolgere in meglio le vite di chi hanno intorno e riempire case e cuori di appagata felicità, e mi sono risposta, alla fine, che il merito è della loro purezza. della catarsi che essa porta, insieme all'idea meravigliosa che tutto sia di nuovo possibile, che tutto possa riprendere dal punto in cui aveva smesso di andar bene, cancellando il brutto, il dolore, gli sbagli.
così di colpo il camino profuma di nuovo la stanza e i vestiti, i mandarini impregnano le dita delle mani, il freddo non tanto freddo ci fa stringere nei cappotti mentre passeggiamo per la città addobbata avvolti da meraviglioso stupore e tu sei al centro di tutto, coi tuoi gridolini e la tua energia, le guanciotte rosse come pomodori e il tuo modo unico di essere.
gattoni per le stanze che un tempo erano di tua nonna protetto dal suo abbraccio silenzioso, e fai sorridere anche lei dagli angoli celesti in cui si nasconde, ne sono certa, con le tue marachelle a quattro zampe.

e adesso, da stamattina, mi guardi negli occhi e dici mamma.

giuro che non darò mai più nulla per scontato, che ringrazierò ogni giorno per il tuo arrivo, che non mi perderò mai più in sciocche elucubrazioni e bilanci su quel che manca e quel che potrebbe andar meglio.

perchè la gioia più grande è qui, posso stringerla e baciarla e guardarla dormire come faccio ora. e sei proprio tu.

giovedì 16 dicembre 2010

Del mettersi da sola a tacere, una buona volta

giuro che io sono una di quelle persone che si auto-sfidano in continuazione in gare di dialettica ( sì, lo so, che palle).

mi convinco di una cosa, e dopo due o tre giorni già ci sto rimuginando su trovando mille ragioni per cui avrei potuto/dovuto fare il contrario (anche se poi, trattandosi di esercizi di stile, la prima scelta rimane sempre quella valida).

allora stamattina mentre trotterellavo nel gelo romano dietro al passeggino diretta, indovinate? alle poste per pagare le bollette, oltremodo meditabonda a causa di un paio di concorsi appena usciti e conseguentemente in preda ad allucinazioni su una mia possibile vita alternativa (partonono in automatico, sapete? allucinazioni che mi vedono, invariabilmente, intailleurata a puntino, circondata da uomini in completo gessato, che mi trascino appresso un'elegantissima cartella firmata carica di importantissimi documenti - vabbe' la smetto qui),
dicevo, mentre trotterellavo e così meditavo la Parte Rompiballe di me ha sibilato:

"eh, certo che se ora non avessi Pupone, chissà cosa staresti facendo",

e quella che conosco meglio ha sorriso tenera (e materna), e ha risposto, con calma:

"ma per niente al mondo cambierei anche solo mezza virgola...

...per niente al mondo..."

mercoledì 15 dicembre 2010

Un post lagnoso ma.....sono l'unica a essere distrutta???

sono al terzo tentativo di addormentamento del figlio. si addormenta al seno (solo così) e appena lo metto nel lettino si sveglia e piange. ora resiste da due minuti.

ho calcolato che le due ore (se va bene!) del pisolino di Pupone sono le uniche in cui posso pensare a me stessa e fare quel che c'è da fare, come pranzare, riposare, leggere, riordinare, scrivere, andare a far visita ai blog preferiti, fare uno shampoo, più varie incombenze domestiche...
tutta la giornata è un correre di qua e di là, far giocare il pupo, preparargli da mangiare e farlo mangiare, pulirlo, addormentarlo, prepararlo per uscire, e via dicendo.
poi torna il Papà e c'è da preparare la cena, fare il bagnetto al nano, pigiamarlo e addormentarlo, tutte attività che nove volte su dieci svolgo da sola, e a quel punto sono il fantasma di me stessa.

ok, lo sapevo che sarebbe stata dura, ma ci sono giorni in cui sono letteralmente a pezzi.

a ciò aggiungiamo che devo rimettere in ordine il caos che il Papà semina dietro di sè. che se cucina lui per cena lascia un disastro di pentole e piatti lerci (e io sono una di quelle che non vanno a letto se la cucina è in disordine). che se deve vestire il piccolo mi chiede, regolarmente, cosa deve mettergli e dove stanno le sue cose.
e che la mattina porto fuori i cani.
e che ho passato gli ultimi tre giorni a rimettere in sesto la stanza del Pupone, l'armadio e la cassettiera, perchè quando aprivo le ante o i cassetti venivo inondata di vestiti e body e maglioni.

poi ci credo che dimentico di pagare le bollette, vado al market per prendere il caffè e torno senza caffè, crollo sul divano alle dieci meno un quarto di sera lasciando inadempiuti i doveri coniugali...

io vorrei sapere come fate voi. come fanno quelle di voi che, come me, non hanno nonni in zona.
se sarà sempre così.
se mi sembrerà sempre di essere spremuta fino al midollo, finchè ce n'è e anche oltre.

e, vorrei dire, aggiungiamoci la fiducia di ieri, aggiungiamoci.

ecco, si è svegliato.

venerdì 10 dicembre 2010

Vi ringrazio, siete tanto premurosi ma...

ATTENZIONE: POST ESTREMO

... sì, allatto ancora mio figlio...
... no, non vado ancora a lavorare...
... no, il Papà ed io non avvertiamo la pressante e non procrastinabile necessità di sbolognare il figlio al primo offerente per farci una cenetta romantica...
... il concetto di "pensare un po' a me stessa" a mio avviso non è unicamente assimilabile al procurarmi un nido che accolga mio figlio mentre io lavoro/cerco lavoro/vado dal parrucchiere...
... sì, ne vorrei un altro di figlio e non tra sedici anni)...
... sì, lo lascio giocare per terra un po' dovunque...
... sì, per nove mesi è stato con me e non ne abbiamo ancora abbastanza...

insomma, se non l'avete capito qui si abusa, a mio danno, del "pensa un po' a te stessa".
mi son fatta l'idea che per il resto del mondo pensare a se stessi significhi isolarsi dal contesto familiare in cui si vive per regalarsi episodi memorabili vuoi di lavoro, vuoi di shopping, vuoi di vita coniugale.
mi pare che a nessuno venga in mente che, quando si fa un figlio, molto se non tutto cambia. e che se si crea una famiglia, verosimilmente si cercherà di conciliare quel che si è e che si vuole con il resto dei suoi componenti, e questo non sempre per forza ma perchè lo si desidera.
nessuno mi pone la questione dal punto di vista economico, che è l'unico che valga la pena considerare, ma solo da quello sociale, trasmettendomi l'idea che una donna che accudisce il figlio
non è catalogabile,
non è inquadrata,
non è pertanto socialmente accettabile.
infine, non capisco questo accanimento a convincersi che la vita vera sia fuori di casa, magari in ufficio, oppure in un locale alla moda.
cioè, magari la vita vera per alcuni è questa, ma per altri no.

allora vorrei riuscire a rispondere con lucidità, al prossimo rompicojoni che mi viene a fare il predicozzo su come devo organizzare la mia esistenza, che, guarda caso, io traggo il massimo piacere dallo stare con mio figlio, e che se i sogni son desideri di felicità, io il mio desiderio l'ho già realizzato da un pezzo.

martedì 7 dicembre 2010

Eppure vi giuro che acchiappavo un sacco

ma da quando sono madre (anzi, da quando ero visibilmente incinta) è una tragedia.
non che ambisca all'acchiappo, chè ho già i miei bei pensieri e il mio bel daffare con pupo e compagno, però un po' di gratificazione non guasterebbe.

'sti uomini piuttosto che accalappiare una madre (e la neo-madre sta messa pure peggio nella classifica delle concupibili) si taglierebbero un dito. alla vista del passeggino guardano altrove con gli occhi sbarrati e l'aria di "l'ho scampata bella, veh!".

di buono c'è che ricevo un sacco di complimenti dalle donne. "ma che bella mamma", "ma che bella signor(in)a", "uh ma come stai bene oggi".
forse per pietà.

chissà...

giovedì 2 dicembre 2010

Grazie grazie grazie

E' facile abituarsi alla bellezza. alla gioia, al calore.
ma io vorrei chiudere questa giornata, (ammesso che si possa dire che la sto già chiudendo, visto che ancora ci aspettano
-pappa
- bagnetto
- asciugatura, vestizione
- addormentamento
e sono da sola...)

dicevo, vorrei chiudere questa giornata fermandomi a riflettere su quanto sia stata bella, semplicemente

perchè hai riso tanto con me
perchè ti ho comprato un giochino da due lire e ti è piaciuto un sacco
perchè ho fatto una chiacchierata con un'amica troppo divertente, con cui ho sghignazzato come una scema
perchè dal pediatra è andato tutto bene
perchè per strada due tizi hanno fatto i galantuomini
perchè ho fatto la spesa e per domattina abbiamo tutto quel che serve
perchè oggi per la prima volta ti darò l'uovo alla coque, che non ho mai cucinato e che non vedo da quando avevo nove anni
perchè ti sei svegliato dal pisolino e la prima cosa che hai visto sono stata io e mi hai sorriso

e per mille altri motivi.

grazie

grazie grazie grazie