lunedì 28 febbraio 2011

Chi ha il compito di adattarsi: tu o noi?

E così nella stanza di là oggi dorme un bambino di un anno e un giorno....
...non più il fagottino neonato che strabuzzava gli occhietti, apriva e chiudeva le manine, stava tutto il tempo in braccio, ma un ometto fatto, con la sua personalità in germoglio e tutte le potenzialità racchiuse nei suoi muscoletti, negli occhi vispi, nella sua volontà definita e sicura di sè.
Sono orgogliosa di lui, dei suoi progressi, delle conquiste che fa ogni giorno.
Dei suoi primi passi, delle sue chiacchiere sciolte (e pressochè incomprensibili), dei bacini bavosi che distribuisce ai pochi, pochissimi che se li meritano.


oggi mi sembra di aver iniziato un nuovo percorso, che è un po' la continuazione di quello che si è snodato da un anno fa fino a ieri, un po' una nuova strada, che chissà dove ci porterà.

ed è proprio questa sensazione di "nuovo", di "possibile" che ieri notte mi ha tenuta sveglia a rimuginare e rimuginare, chiedendomi se faccio abbastanza per lui, se il meglio di me che do per lui sia, appunto, abbastanza. e mi hanno assalita così tanti pensieri.

per lo più riguardano l'ambiente in cui vive. la nostra, la sua casa, che non mi sembra più a misura sua.
la sua stanzetta non è ancora finita, perchè finora ha dormito con noi e non abbiamo sentito il bisogno di fare di più che organizzargli uno spazio in cui giocare sicuro.
poi.
finchè era piccolo e si limitava a gattonare qua e là, potevo ancora circoscrivere il suo zigzagare al di qua del cancelletto che ho montato per la sua sicurezza, ma ora non ne vuole più sapere. allora gli lascio varcare l'agognata soglia, ed eccolo districarsi tra l'impianto stereo del padre, gli scaffali pienissimi di libri e cd, la chitarra elettrica, e soprattutto eccolo mescolarsi ai cani, i loro peli, le loro zampe che hanno camminato per strada, per terra, etc etc etc.
finora ho tollerato la cosa, ma ora non più.

quello dei cani è il problema più grande, ovviamente. perchè se molto si può risolvere con una o due mensole in più o buttando via le cose obiettivamente inutili, per loro occorrono altre strategie. a costo di farselo venire alla nausea, bagni e spazzolate a più non posso. e magari allestire meglio il loro spazio sui terrazzi.
qui c'è ancora molto su cui riflettere, in effetti.

per il resto, voglio che tutta la casa sia adatta a lui. non ci serve un maniero, ma organizzazione. voglio cha la nostra casa sia il solito posto colorato e un po' fuori dagli schemi, ma sicuro, accogliente, a misura sua.
perché se così non fosse, e da subito, sentirei di sbagliare, di non fare abbastanza, di pretendere che sia lui ad adattarsi, mentre invece credo che debba essere il contrario.

L'unico pensiero che allevia il mio senso di colpa è questo: che si può trasformare un problema in un non-problema. che posso, possiamo (papààààààààà?) migliorare molto la situazione. ci vuole molta buona volontà, tanta ma tanta Ikea, e molta inventiva.

poi, con l'avvicinarsi della primavera (purchè si spicci), ho proprio voglia di cambiamenti, di lavorare con le mani, di vedere colori nuovi, aria fresca, spazi reinterpretati, per illudermi (no, convincermi) che, davvero, tutto è possibile, fattibile, facile.

anche l'impossibile!
:-)

venerdì 25 febbraio 2011

Il punto su Joe Tortellino, prima che compia un anno

Il mio solito post su
Pupone
ultimamente detto anche Joe Tortellino

per fermare il tempo e dilatarlo il più possibile, e ricordarmi quanti progressi abbiamo fatto

MOTRICITA'
a 11 mesi e mezzo ha iniziato a camminare. prima faceva piccoli passi insicuri, ora percorre le massime distanze consentite dalle dimensioni di casa nostra con le braccia in alto e un'espressione concentratissima che fa morire dal ridere. ha quasi accantonato il gattonamento.
scende da solo dal lettone e dal divano, con un metodo che ha inventato lui stesso. si mette a pancia in giù e arretra fino a far pendere le gambe nel vuoto, poi si lascia andare.

LINGUAGGIO
dice "mamma", "papà", "pappa" e sempre il suo "daghen daghen", unito ad altre misteriose parole che per lui devono avere un significato preciso perchè le ripete sempre uguali e sempre con la stessa intonazione. capisce perfettamente "usciamo", "biscotto", "acqua", le domande "chi è?" e "dov'è?", e altre parole che ora non mi vengono in mente.

GIOCO
è diventato leggermente più autonomo nel gioco, a volte basta che lo lasci in soggiorno con i cani che gli gironzolano intorno e si diverte come un pazzo. ama le costruzioni, le cose rumorose, il legno in tutte le sue forme, e soprattutto i libri. dategli un libro con gli inserti di pelo, tessuto etc da toccare e ne farete un tortellino felice.

DENTI
ha sei denti di cui due appena spuntati, e almeno altri due in uscita. sta una settimana sì e una no con sedere rosso e diarrea (e notti pressochè insonni, sue e NOSTRE).

CIBO/ALLATTAMENTO
siamo passati alla terza fase dello svezzamento, cioè basta pappe uniche e via libera a primi e secondi (quando c'è tempo). siamo anche passati alla pastina più grande, al bando stelline e puntine, che sono da bimbi piccoli! quando trova una tazza o un bicchiere con qualcosa dentro, ci ficca il muso in avanscoperta. il mio latte lo prende la mattina (il latte vaccino nemmeno col cannocchiale), dopo pranzo e dopo cena. ieri, causa crisi isteriche, ha poppato anche due volte in più il pomeriggio. infatti sono prosciugata.

SONNO
continua a NON addormentarsi mai da solo, a meno che non sia davvero stravolto e allora crolla sul seggiolone. ha bisogno del seno, oppure del papà che lo culli o che si sdrai insieme a lui sul lettone. non so se va bene, so che Tata Lucia mi picchierebbe con la borsa blu di SOS tata per questo, ma non ho l'energia per cambiare abitudini, adesso. mi basta che si addormenti alle nove, in un modo o nell'altro (possibilmente il meno traumatico), per potermi ricordare che sono una persona, e che ho un compagno (ehi sì dico a te! non ti ho preso per un dog sitter, tranquillo).

detto questo, si avvicina il suo compleanno.
stranamente non sono eccessivamente commossa, è una bellissima data da festeggiare e che sono sicura mi riporterà alla mente quel giorno meraviglioso in cui è nato. a breve ne scaturirà inevitabilmente un racconto sul parto, mi sa.
per il resto, sarà sempre lo stesso panzerotto biondo e divertente che conosco, che ha bisogno di me come io ne ho di lui.

martedì 22 febbraio 2011

Grazie dello sgarbo

Ogni volta che incontro qualcuno di maleducato, irrispettoso, bugiardo, falso,
ogni volta che qualcuno si mostra sgarbato per niente, che mi mente senza un motivo importante, che getta una cicca per strada, che mi fa scendere dal marciapiede per farlo passare anche se quella con un passeggino sono io,
che infrange la legge a danno degli altri con leggerezza, che truffa il prossimo, che semplicemente manca di quella gentilezza che non costa niente,

mi domando cos'ho fatto, a mettere al mondo un figlio innocente in questo schifo,
mi domando se basterà l'esempio mio e di suo padre, perché diventi una persona corretta, gentile e serena,
se basterà il semplice calore della sua casa colorata perché si senta protetto, grato, felice

e mi dico che SI', e soprattutto si rafforza il mio proposito di essere una persona migliore per lui, di dargli ogni giorno, in ogni occasione, l'esempio più alto, di insegnargli a essere fiero di sè, sempre, a guardarsi allo specchio con obiettività.

perciò dico grazie dello sgarbo.

mi ricordate che è così facile, essere meschini.
mentre a noi piacciono le cose difficili.

giovedì 10 febbraio 2011

Ho spedito in giro il mio curriculum...

...non che ci speri particolarmente.
lo dice una che, per un anno (dico, dodici mesi), non ha fatto altro che selezionare annunci di lavoro e confezionare lettere di presentazione e curricula ad hoc. laurea con lode, quattro lingue, titolo di avvocato, anni di pratica forense, scuola di perfezionamento, soggiorni all'estero a nulla son valsi.
all'unico colloquio di lavoro decente cui sono stata chiamata ad andare, invece del titolare dello studio legale ho trovato un suo avvocato, donna, incinta, che ce l'ha messa tutta per sbattermi fuori dalle palle.
poi colloqui per master (presa, ma poi non l'ho fatto), e offerte cui ho rinunciato io,perchè va bene la voglia di lavorare ma non a qualunque costo.

poi oh!, sono incinta!

ed eccomi qui. con mooooooooooolte meno ambizioni, moooooooooooooolte meno pretese, e taaaaaaaaaaaaaanta disillusione. chissà che proprio ora qualcosa non si muova.

ma non ci credo.

però da qualche parte bisognava iniziare.

però una cosa la volevo dire. a quegli uomini che, passati i primi, intensi, difficili mesi o anni col figlio piccolo tornano alle loro occupazioni, al lavoro, allo sport, alla cura DEL SE', ai sogni ad occhi aperti. che, come se si risvegliassero da un lungo sonno, vedono le loro compagne, mogli, fidanzate madri dei LORO figli, che, ops!, non sembrano più le roselline di un tempo, sono stanche, svogliate, concentrate sul bambino. quegli uomini che, se possono permettersi di svagarsi, di sognare, di rimettersi in carreggiata, lo devono alle madri di cui sopra, che si sacrificano, che pensano ai vestiti del bimbo, allo svezzamento, a prenotare i vaccini (e a portarcelo), ad organizzare battesimi e festicciole, a pulire la casa, fare la spesa, cucinare, ad educare, intrattenere e amare il bambino.
quegli uomini che dicono "oh, questa non è la donna che ho conosciuto!", che si stancano, che pensano di meritare di più, di meglio, una cosa fresca, nuova.

a questi uomini dico una cosa che non c'è bisogno di scrivere.
non sarebbe signorile.

perché se mi avete letta fin qua sapete cos'è.

mercoledì 2 febbraio 2011

Essere madre, essere viva (e il ricordo di un'estate lontana)

Oggi
seduta davanti a mio figlio di undici mesi, compio il rito del farlo mangiare. cucchiaiata dopo cucchiaiata, occhi negli occhi con lui, assaporo le sue smorfie di gradimento e gli sorrido, raccogliendo ogni tanto filini di pastina che sfuggono al controllo e si depositano sul bavaglino, sulla manica del maglione, sui miei pantaloni.
domani a questa stessa ora starò facendo lo stesso, e anche dopodomani e anche tra una settimana.
e io mi beo di questa prevedibilità, di questa sicurezza, perchè di questo ho bisogno, per controllare tutto, per non essere sopraffatta, per viaggiare senza scossoni.

senza scossoni.


Ieri
guido di notte con un'amica seduta al mio fianco che ride e ride. siamo elettrizzate. torniamo da un fallimento di festa estiva in una villa piccola e sporca, in cui però abbiamo incontrato due ragazzi che ci piacciono da sempre e che ci siamo elegantemente spartite. io ho fumato una canna, la prima e l'ultima della mia vita, perchè il tipo che mi piace me l'ha offerta. non m'ha fatto nessun effetto, perchè non ho aspirato il fumo, però avevo bisogno di compiere questo gesto sconsiderato, per placare il pensiero feroce di mia madre che a quest'ora è sola in ospedale e probabilmente non sta dormendo perchè non ci riesce.
parcheggiamo con le ruote sulla sabbia, accanto alla mia auto si ferma quella del tipo che mi piace, che poi è riduttivo dire che mi piace, mi è sempre piaciuto, da quando stava con una mia amica. sono anni che ci giriamo intorno, e continueremo a farlo ancora per un po'.
sotto il cielo stellato corriamo verso il mare, abbiamo indosso già i costumi, l'acqua è nera e punteggiata di arancione in lontananza, le luci del porto di Cagliari, e il fondo è basso e la sabbia è fine.
io nuoto, torno a riva e sorrido al mio riflesso incerto sul pelo dell'acqua.
lui mi guarda con una bottiglia di birra in mano e il viso appoggiato alla mano con fare pensoso, e mi sorride. "tutto questo mi sembra una pubblicità".

poi con lui, dopo centomila cene, aperitivi, appuntamenti, fidanzamenti e sfidanzamenti con altre persone, nascerà e resterà solo una bella amicizia.
quell'estate stessa mia madre morirà.
l'anno seguente incontrerò il Papà.

******

questo per dire che cambiamo. che la vita ci fa cambiare, impone nuovi ritmi, nuovi contorni.
che certo, l'adrenalina in circolo la sentivo nuotando di notte al Poetto, non sfamando il mio bambino. la sentivo andandomene di corsa un po' fumata da una festa, non cercando lavoro, pensando al futuro, andando a svegliare il piccolo dal pisolino pomeridiano e sollevandolo dal lettino, tutto arruffato come un pulcino.

avevo un flirt di tutto rispetto con un tizio affascinante, oggi ho un compagno con cui ho costruito una fortezza di amore e rispetto. e un figlio.

e se stasera mi trovassi a imbellettarmi per una festa e ad architettare un piano con l'amica del cuore per trovarci il tipo che mi piace, avrei certo il fiato corto e le guance rosse rosse, ma so che dentro di me una voce reclamerebbe il suo diritto a crescere, a cambiare, a diventare madre.

per questo non la vorrei replicare quella serata, oggi.
penso "vorrei trovare un compromesso!", ma la realtà è che il compromesso è già questo, è il mio modo di essere selvaggia e svitata e sulle nuvole, eppure madre, eppure trentunenne, eppure compagna fedele.

eppure, viva.