lunedì 25 giugno 2012

Come ti spannolino il bambino. Appunto: come??

Se mi commuovo come una foca ad ogni passaggio della pubblicità dei prodotti che si dicono "fieri di sostenere tutte le mamme", è anche perchè ultimamente mi rivedo molto nella figura archetipica della madre scarmigliata che si affanna a lavare i panni mentre il proprio figlio è impegnato a crescere e diventare qualcuno. Chi ha affrontato l'avventura dello spannolinamento di un bimbo di due anni lo sa. Da una settimana esatta ho levato il pannolino a puponcino mio, così, ad un tratto. lui ha due anni e siamo in estate, il momento mi sembrava propizio. non è che lui non abbia accettato la novità, semplicemente non gliene importa niente. io mi spertico in spiegazioni, "amore, sei diventato grande, ora mamma ti leva il panno e ti mette queste belle mutandine. se devi fare pipì o cacca lo dici a mamma così ci mettiamo sul vasino ok?" lui diligentemente ed educatamente mi dice "shì mami". si parte. "puponcino, devi fare pipì?" "no mami" "andiamo sul vasino prima di uscire ok?" "no" "quando devi farla dimmelo va bene?" "shì" poi la fa. sul tappeto (preferibilmente), in giro, al supermercato, al parco, a bordo piscina, sulle sedie mentre mangia. e pure la cacca. la fa, se ne guarda bene dall'avvisarmi e poi svolge le sue regolari attività, lasciando spesso e volentieri simpatiche sgommate dove si struscia. passano i giorni e niente cambia. sto sbagliando qualcosa, per forza. forse insisto troppo poco, ma non voglio ossessionarlo. la realtà è che non capisco come mai sia così refrattario al concetto in sé di vasino, come se non lo facesse entrare proprio nella sua sfera cognitiva. è una sorta di disprezzo ontologico, direi. "tu non esisti, vasino, io non ti conosco e farò come se non esistessi, come finora ho fatto". qualcuna di voi ha consigli, o anche semplicemente vuole raccontarmi la sua esperienza? :)

mercoledì 13 giugno 2012

Come ti sopravvivo a due nani. mini-guida semiseria per mamme di neonati e duenni

Punto primo: non credevo seriamente che ce l'avrei fatta. Punto secondo: ce l'ho fatta. A distanza di tre mesi e mezzo dalla nascita della piccola di casa, mi ritrovo ancora a gestire da sola un pupone scatenato e una neonata abbastanza tranquilla per i tre quarti abbondanti della giornata. e quando dico "da sola", intendo proprio da sola, senza nonni di salvataggio e con un papà presente materialmente ed emotivamente, ma non proprio presissimo dalle piccole faccende quotidiane che costituiscono la routine dei due esserini. il bilancio è tutto sommato positivo per quanto riguarda la mia capacità organizzativa e la mia resistenza fisica e psicologica. ho detto tutto sommato. rispetto a quando pupone era neonato, ho dovuto adattare molto le mie cure della nana alla situazione attuale, senza per questo dover rivedere tutte le mie convinzioni su come accudire i miei figli. il risultato è che nanetta sta, forse anche per indole propria, più tempo da sola, che si addormenta da sola e che sembra in generale più indipendente. ma sono abbastanza convinta che lo stesso dicano tutte dei loro secondogeniti, per sentirsi meno in colpa del fatto che non si dedicano esclusivamente a loro o forse perchè i secondi veramente nascono già "rassegnati" a crescersi da sè :-) è anche vero che quando a lei gira male, il delicato equilibrio si smonta e gira male a tutta la famiglia :-) ma ecco, volevo condividere qualche dritta che ho assimilato in questo breve periodo: cerco di far coincidere gli orari di pappa e nanna. certo, la piccola dorme anche a metà mattina e a metà pomeriggio, ma cercando di allattarla subito dopo il pranzo mio e di pupone, mentre lui guarda i cartoni, riesco a mettere a letto prima lei e poi lui e a stare in pace qualcosa come mezz'ora o, talvolta, anche due ore. un'iniezione di energia! chiudo a chiave la neonata nella stanza dove dorme/gioca sotto la palestrina/si trastulla con la sdraietta, se pupone è nei paraggi e non posso assicurarmi di controllarli come si deve. a meno che non preferisca assistere alla scena agghiacciante di lui che ficca la mano fino al polso in gola alla sorella, o che tenta di cavarle l'occhio con l'antenna del telecomando della jeep. fa un po' strano all'inizio mettere sotto chiave un neonato, ma se ci assicura di tenere la chiave al sicuro ci si risparmia seccature che vanno dal risveglio indotto a tempo non debito alla corsa al pronto soccorso. non mi sento in colpa se la nana se ne sta tranquilla venti minuti nella sdraietta o sotto la palestrina o a fissare uno scarabocchio, e la lascio da sola. non diventerà meno intelligente se non avrà sempre il mio faccione davanti, nè mi odierà da grande. anzi, ho il sospetto che si goda la sua libertà. questa tipa qua mi darà filo da torcere, da grande. quando uno dei due dorme, mi impongo di dedicarmi una mezz'oretta almeno solo e soltanto all'altro, leggi spegnendo telefoni ed eventuale tv. rimando le operazioni complesse (tipo riordino armadi, passaggio piastra capelli, preparazione di bouillabaisse - ah ah, ma quando?!) a quando c'è almeno un'altra persona sopra il metro nei paraggi. esco sempre e comunque. al parco, per negozi, sotto casa. con lei nel marsupio e lui a piedi o nel passeggino, oppure lei nel passeggino e lui libero o sulla pedana, ma guai a stare in casa tutta la giornata. sembra un'impresa assurda, ma è più facile a dirsi che a farsi. pupone si sfoga, lei comincia a catalogare gli uccellini e io mi distraggo. la sera, cerco di anticipare l'orario della nanna, anche se non sempre ci riesco, più che altro per boicottaggi vari. lo faccio perchè ne ho bisogno io per ricaricarmi, sennò le giornate diventano davvero pesanti e io mi sento un'appendice dei miei bambini e divento un mostro. in generale, cerco di tenere una routine fissa che non mi permetto di sgarrare troppo, organizzo i pasti con un certo anticipo e vivo attaccata alla lavatrice per non trovarmi con panni lerci che fermentano nel cesto e senza cambi a disposizione, perchè non c'è niente di peggio che vagare per casa con una pupa gocciolante nell'accappatoio in cerca di un body pulito. e poi non abbiamo cambiato vita. se c'è una cosa vera, verissima, è che l'amore si moltiplica proprio. e quindi il tempo per fare le cose e da dedicare ai propri figli si trova, si trova sempre. un po' meno quello per se stesse, per i propri pensieri e sogni. ma questo è un altro discorso.

venerdì 1 giugno 2012

Un guscio vuoto

Ok, ho circa tre minuti e quattro secondi di pace per scrivere. Pupone gioca da solo, alleluja, e Nanetta forse si sta appisolando ma molto più probabilmente no.
Ora capisco tutte le neo bis-mamme blogger che si eclissano, giuro che non dirò mai più nemmeno mezza parola di lamentela perchè non trovo i blog aggiornati.
Vorrei tanto, TANTO, scrivere di margherita, di quanto è meravigliosa, di come io sia pazza di lei in un modo che non avrei mai immaginato, di come stanno andando le cose e di come sia fiera di me.
Ma.
Non sono i jeans dell'anno scorso che non chiudono, no.
Non è la stanchezza atroce che mi pervade da tre mesi interi.
Non è l'abbandono da parte del mio corpo, che ha tenuto insieme i pezzi per un po' e poi si è afflosciato come un sacchetto di carta, vuoto, molle, riempiendo i vestiti dove non deve assolutamente e lasciandoli flaccidi dove dovrebbe riempirli.
Non è l'amica che mi scrive del salto di qualità sul lavoro mentre io lotto con il ciuccio della nana.
Non è nemmeno la casa, che mi pare sempre più inadeguata a questa famiglia, e che non riesco mai, mai, a tenere anche minimamente come vorrei.
Non è la solitudine.

Perchè a ciascuna di queste cose prese singolarmente c'è rimedio.

C'è la palestra, ci sono le ore di sonno, c'è la consapevolezza di me stessa e del fatto che tutto sommato non sono mica da buttare (ma cosa sto dicendo), c'è la colf, ci sono i rapporti veri.

Sono tutte quelle cose INSIEME.

E' questo a provarmi, è questo a lasciarmi senza fiato, in un'apnea eterna che dura da mattina a sera e che non mi lascia nemmeno il tempo di rimettere insieme i pensieri, perchè alla sera, dopo aver messo faticosamente a letto i nani, di me rimangono briciole che non bastano a rimettermi in pista. so che sto sbagliando qualcosa. con i bambini, quello no. con me stessa, col papà sì. sto prendendo una direzione strana, un percorso sconosciuto in cui mi addentro circospetta. chi è questa donna? non è quella di due anni fa, non è quella di tre mesi fa. vorrei che scomparisse, a volte, e mi restituisse la tizia volitiva che ero. mi sono adeguata a tutto. ho ceduto terreno su tutto. per un po' è andato bene, perchè era quello che serviva, ma ora che i confini tra me e i bambini sono evanescenti, fatico a ritrovarmi. finora mi sono detta "rimedierò, rimedieremo, più avanti", ma ora ho paura che cominci ad essere tardi. vorrei avere tempo, tempo tempo tempo. e forza mentale. tempo e forza per rimettermi in piedi senza rimpiangere niente, per godermi i miei figli senza sentirmi un guscio vuoto.