giovedì 29 novembre 2012

Margherita e "bao" e nove mesi son sempre nove mesi

"Bao", dici tu, e ti svegli coi capelli sottili arruffati, con le righe sulle guance rosse, e tutti si svegliano con te;

"bao", dici, e anche mamma con infinite emme, e vedo il tuo didietro che insegue il tuo gattonare in un ondeggiare irresistibile di cosce e pannolino;

spernacchi compiaciuta del tuo poderoso sbrodolare, ciancichi coi tuoi tre dentini stelline su stelline, agiti i piedi dall'altezza siderale di un seggiolone costato poco, arricci il naso in sorrisi spaccacuore, riempi di risate tuo fratello e ci osservi dal tuo spazio personale, attenta e concentrata.

Poi ti addormenti cercando la mia pelle, ti allunghi più che puoi per abbracciarmi tutta e non lasciarmi andare di nascosto, io conto ogni volta le tue piccole dita sul mio cuore, come ho fatto il primo giorno, e non ci credo ancora, no, che sei proprio tu.

Nove mesi fa e un po' eri ancora bestiolina nascosta, eri ancora un indovinello eppure così parte di me, eri il segreto arancione nelle pieghe di un corpo appena consapevole, misteriosa Vita che dà tutto e chiede tutto, e tutto ha dato e avuto.

Margherita, hai questo nome che parla di come sei, del tuo sguardo fiducioso sul nuovo sul bello e sullo spaventoso, sul quotidiano dipanarsi della nostra storia di figlia e di madre, sul caldo ritrovarci al di qua di un giorno di pioggia, e non c'è nulla che ti racconti come i tuoi piedi che quasi si torcono per assicurarti a che ti tiene in braccio, o come il tuo scoppio di pianto perchè non fai o non riesci, come succede anche a me, che dice del tuo crederci fiduciosa, e della furia incontenibile che metterai perchè ti succeda, perchè tu ci riesca.

Buona Vita, bambina mia.


Nove mesi sono sempre un traguardo...

lunedì 26 novembre 2012

I giorni prima di Natale

I giorni prima di natale da noi sono già iniziati.

l'albero pieno di addobbi e luci la fa da padrone nel nostro soggiorno, perchè quando pupone è malato e non può uscire diventa difficile dirgli di no (e perché poi, dire di no all'albero di natale a metà novembre? non mi viene in mente un solo motivo valido!)

le passeggiate in cerca di negozi già addobbati sono un felice passatempo, e se anche margherita è troppo piccola per capire la differenza basta la luce negli occhi di elio
a emozionare tutti: guarda! c'è babbo natale in quel negozio!

babbo natale: a due anni e mezzo suonati, mio figlio fa la conoscenza di questo distinto signore per mezzo dei miei entusiastici racconti (io che non aspettavo altro che di avere un bimbo a portata di mano cui trasmettere tutta la magia dell'attesa di questa figura misteriosa e scampanellante, perché diciamocelo, ma siamo proprio sicuri che non esista? eh?); io gli spiego dove abita e cosa fa, e soprattutto lo ricatto moralmente ad ogni marachella anche solo pensata, ricordandogli che babbo natale lo osserva e prende nota sul suo quaderno (questa me la sono inventata io) delle volte che è stato buono e meno buono.

quest'anno tocca alla mia numerosa famiglia d'origine averci a natale, e niente, io già vedo renne ricamate sui maglioncini dei miei figli, e bucce di mandarino sparse sullo stesso tavolo sul quale le spargevo io da bambina,e carte da regalo accartocciate sotto l'albero e i regali appena aperti stretti al petto dei bambini :)

io non ho voce per queste emozioni, non le so esprimere. ma ho questo piccolo blog, che qualcuno legge, e l'illusione che ciò che scrivo possa arrivare ovunque. perciò voglio ringraziare la Vita che mi ha regalato, e continua a regalarmi, tutto questo.

Grazie Vita.
di questo natale, di tutti quelli che verranno, che non mi pare vero che tanta meraviglia possa moltiplicarsi negli anni, e grazie di ogni altra cosa.

mercoledì 21 novembre 2012

Tata Lucia in soccorso delle nostre cene

- Pupone!

- E dai mamma! (poi questo "e dai mamma" da adolescente consumato, a due anni e mezzo, mah)

- E dai niente, torna a tavola, non abbiamo finito di mangiare

- No!

- Immediatamente

- Nnnnnnnno!

- Bene allora ti requisisco Saetta Mac Queen finchè non fai il bravo

(segue messa in atto della minaccia)

(rumori di sedie spostate di malo modo, colluttazione, tonfi)

- Però sei cccccatttttiva!

- ...

- E io 'to gggghidando!

- ...

-Sono motto allabbiato!

- ...

- E tu sei cccccattiva! (e due)

- ...(oooohmmmmmmmmmm)......

- ...

- ...

- Mamma, ti voglio tanto bene


Ecco, in casi come questo sono contenta di aver comprato quel libro

(non rispondere alle provocazioni, ignora i capricci, ostenta una serenità d'animo che al momento non potrebbe esserti più lontana)

:)

martedì 20 novembre 2012

Giorni che per fortuna finiscono :)

Ci sono giorni, sono i più, in cui tutto scorre come deve, in cui il tempo va dove deve, e io sono presente senza farmi troppe domande;

ci sono giorni, giorni come oggi, in cui non basto, non basto, quando tu sei malato e lei invece non dorme, quando la casa è piena di oggetti già visti e il freddo ci sbarra la porta, giorni in cui un urlo mi sfugge, un moto di rabbia si fa strada senza che nemmeno me ne accorga, e il dispiacere lampeggia nei tuoi occhi, e tutta quella delusione mi investe e non ho il tempo di far pace, di abbracciarti e leggerti una storia, non ho il tempo di stringere lei per farla dormire, di aspettare per sorriderle appena si sveglia, e quando lei dorme tu non mi vuoi vicino, e quando tu giochi da solo lei è nervosa e non so perchè,

e mi sembra di non averla accompagnata in niente, di non aver giocato con i cubi e con i burattini,
e mi sembra di non avere più pazienza con te, di non essere più capace...

Ci sono giorni come questi, come oggi, che so che per fortuna finiranno, e so che stanotte dormiremo stretti insieme, e so che domani ci alzeremo più sereni, giorni in cui metto tutto in discussione, per scrollarmi di dosso l'apatia e ricordarmi che non so niente, o so tutto,

ma di certo ho ancora molto da imparare.


martedì 13 novembre 2012

Con un figlio in ospedale

Inizio subito dicendo che ne siamo usciti, per fortuna.
E che si è trattato di sei giorni, quindi un periodo abbastanza breve (anche se vorrei sollecitare tutti coloro che dall'alto della loro sportività minimizzano la cosa a provare a mettersi nei panni di un bambino di due anni e mezzo che di colpo si trova a passare i giorni e le notti in ospedale)
Pupone ha avuto un brutto broncospasmo, che per chi non lo sapesse è una reazione anomala di chiusura dei bronchi per la sollecitazione di un virus; i bronchi si chiudono sempre di più fino a rendere estremamente difficoltosa e dolorosa la respirazione, nel nostro caso il bambino era diventato cianotico e siamo corsi al pronto soccorso. perchè non l'abbiamo portato prima? perchè il pediatra, visitandolo, aveva minimizzato e prescritto delle supposte assolutamente inutili.
Insomma, diagnosi di bronchite asmatica, lastre, analisi del sangue, ossigeno, cortisone, antibiotici, flebo per sei giorni, aerosol.
Pupone con ogni probabilità è allergico a qualcosa che scatena questa reazione anomala dei bronchi, a breve farà le prove allergiche.

Avere un figlio in ospedale è un'esperienza delle peggiori per un genitore. io passavo le notti e le mattine con lui, poi mia suocera mi dava il cambio per qualche ora il pomeriggio per permettermi di stare con la bambina (che nel frattempo aveva la febbre e il raffreddore anche lei). il papà era, tanto per non farci mancare niente, a 600 km da roma per un'operazione fissata mesi prima.
io piangevo con pupone, non appena messo il piede nel corridoio, quando dovevo andarmene, perchè la sua disperazione era così autentica e straziante che mi sarei strappata un braccio se fosse potuto servire a qualcosa. piangevo in macchina mentre mi allontanavo dall'ospedale, e piangevo in macchina dopo aver lasciato la nanetta a casa, a passare un'altra notte senza di me, senza il suo latte.
piangevo quando, avvicinandomi a piedi all'ingresso dell'ospedale dal parcheggio, scorgevo la finestra della sua stanzetta illuminata e me lo immaginavo lì, sul lettino,in pigiama, coi cartoni alla tv e il musetto triste.
piangevo per sfogarmi, per non avere accumuli di ansia che rischiavo di sfogare insieme a lui, rendendogli tutto ancora più sconvolgente.

ok, è passato.
e ok, tutto sommato ci è andata bene, anche se sentirsi dire che "il bambino è arrivato al pronto soccorso in pessime condizioni" non è cosa che si possa sentire e dimenticare facilmente.
ma quest'esperienza mi ha spalancato gli occhi e fatto capire quanto può essere grande l'amore per un figlio, che mi ha fatto trovare risorse inaspettate, e quanto sia fragile un bambino, per quanto sveglio e simpatico sia nella vita di ogni giorno.
ancora una volta, mi ha dato prova di chi sia davvero capace di aiutare in modo disinteressato, e chi invece va sollecitato, invitato e infine pregato perché venga in soccorso, ma questa è un'altra storia.

Con tutta probabilità pupone avrà delle ricadute, magari non "al primo germe che incontrerà", come mi hanno detto i pediatri al momento di dimetterlo, ma nel corso dell'inverno gli ricapiterà di stare male, e possiamo solo tenere a portata di mano il fido aerosol e il cortisone per tamponare e bloccare le crisi. per il resto, un po' di sana prevenzione come scrive anche caia, manco a farlo apposta.

e speriamo che crescendo, fortificandosi, non ne debba più soffrire.