Nessuno ha scritto un libro che insegni alle giovani mamme come sopravvivere alla città con un bebè. sono molte le problematiche, per citarne alcune:
- muoversi da casa munite di seggiolino o, come nel mio caso, navicella, borsa per pupo, borsa per sè e ah, certo, pupo;
- caricare tutto in macchina, in genere col pupo che sbraita;
- assicurare il necessario supporto per viaggi di neonato all'auto, con conseguente groviglio di cinture di sicurezza, ganci, fibbie etc;
- se ancora non si è desistito dal terribile intento, partire, col pupo dietro NON a portata di mano materna in caso di urla;
- affrontare il traffico che alle 11 di mattina è tale solo in una città senza senso come Roma: percorrere a passo d'uomo 10 km di via Cassia e 10 di tangenziale est nonchè svariate centinaia di metri in zona trafficatissimissima, sempre col pupo urlante e la mano dietro che a tentoni lo cerca per consolarlo e ficcargli il ciuccio in bocca;
- col caldo, lo smog (finestrini aperti? aria condizionata? ardua scelta);
- arrivare a destinazione e NON trovare parcheggio se non centinaia di metri più avanti;
- pensare di tornare a casa ma resistere, tocca andare da Io Bimbo;
- parcheggiare, smontare il pupo dal diabolico supporto, montare il passeggino e il pupo sopra, notare bene che a questo punto si è madide e distrutte dalla fatica;
- raggiungere a piedi scansando gli ostacoli il luogo desiderato;
- fare i necessari acquisti gestendo il cestello per contenerli, il passeggino e l'inevitabile intempestiva richiesta di una poppata;
-rifare tutto al contrario per tornare a casa, col traffico quadruplicato perchè intanto si è fatta l'ora di uscita dagli uffici
...
...poi dicono le casalinghe disperate, dicono... :)
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