venerdì 16 luglio 2010

Di gente noiosa

Oggetto: serata di ieri al ristorante per salutarci prima delle vacanze.

Carissimi,
in merito alla serata di ieri ho maturato alcune considerazioni.
se durante la cena non parlate di nient'altro che di lavoro, del capoufficio, della mensa, dei colleghi e dello stipendio,
risultando assolutamente refrattari a qualsivoglia tentativo di instaurare una conversazione diversa (passioni, viaggi, aneddoti vari, musica, barzellette, figli, vita vissuta, amici e parenti),
facendo così spegnere ogni mio interesse a partecipare alla discussione,
e se poi, vedendomi assorta nei miei pensieri (mi sto domandando quand'è che si perde il diritto di addormentarsi in disparte senza sembrare maleducati, come ha appena fatto quel furbone di mio figlio, e com'è che mi risulta più divertente interagire con lui che con voi), mi dite "eh, vedrai che presto anche tu ne avrai di storie da raccontare!"
...
poi non vi stupite se al prossimo invito darò forfait.

e no, non ve ne racconterò di storie sui colleghi, quando ne avrò. sceglierò di non ammorbarvi come invece state facendo voi ora con me.

cordialmente

io


ps: dovrei essere super-intenta a piegare magliette e recuperare creme solari d'annata, ma mi dovevo levare questo saporaccio dalla bocca

giovedì 15 luglio 2010

Se ce la facciamo è un miracolo

stamattina sono uscita per fare delle cosucce pre-partenza tipo pagare le bollette scadute da settimane, comprare roba varia per il mare (e sonaglino per il nano nella speranza che si distragga a guardare l'elefantino contenente le palline colorate, durante il lunghissimo viaggio), accaparrarmi abitini copricostume rimasti dopo i saldi (il che la dice lunga sulla loro appetibilità)...

poi a casa ho fatto qualcosa come quattrocento lavatrici, delle quali trecentoventi contenevano bermuda estivi del Papà, ho levato dal frigo la roba scaduta o che non consumeremo nei prossimi due giorni, ho pulito il pulibile e organizzato l'organizzabile...

partiamo dopodomani, ascoltatemi bene, con UNA macchina, UN neonato su seggiolino, DUE cani (ebbene sì siore e siori), un minimo di TRE/QUATTRO borsoni, UN passeggino modello Suv (la Janè fa roba per possessori di jeep o di cingolati), ciotole e cucce canine, borsa con nècessaire del pupone per il viaggio e, naturalmente in macchina ci siamo anche noi DUE adulti...
attenzione perchè il portapacchi non lo montiamo, che, testuali parole del Papà, "rovina l'aerodinamicità".
ce n'è abbastanza per farsi venire le convulsioni, o no???

sospetto fortemente che la finiremo così:

prima possibilità: dopo aver tentato per due ore di stipare tutto e tutti in macchina, provando ogni combinazione possibile, finisce che dobbiamo tirar fuori la mia auto e ci facciamo il viaggio separatamente, il che significa che io mi ripasso, per tutti i seicento chilometri che ci separano dalla destinazione, tutti ma proprio tutti i santi del calendario;

seconda possibilità: IO rinuncio al mio borsone e mi riduco a mettere due mutande e la piastra per capelli nel borsone del pupone. dei centoventisette bermuda del Papà, ne portiamo solo dodici. i cani ci seguono correndo lungo la corsia d'emergenza, portandosi sulla schiena ciascuno la sua ciotola e il sacco dei croccantini.

forse è inutile aggiungere che, mentre io mi arrovello cercando la soluzione di questo impossibile rompicapo, il Papà, felice dell'imminente partenza per il mare, pensa a fare benzina.

aiuto..

mercoledì 14 luglio 2010

Un'istantanea

quattro mesi e mezzo. sessantacinque centimetri. sette chili e quattro.
mentre il dottore ti visita lo fissi impertinente e curioso e cerchi di afferrargli le mani, lo stetoscopio, gli occhiali. ti rotoli sul lettino. quando ti mettono sulla bilancia tutto cicciottello d'un tratto mi ricordo com'era stata la prima pesata, a com'eri piccolo rispetto a ora, eppure mi sembravi così grande per essere appena nato.
le tue rotondità rosa e raggomitolate. i tuoi occhioni scuri sorridenti.
la tua mamma vibrante di orgoglio e tenerezza per quest'ometto che si fa visitare senza piangere. il tuo papà (ebbene sì, stavolta c'era anche lui!) emozionato e incuriosito.
ce ne andiamo tutti e tre felici, tra saluti e auguri di buone vacanze, col sottofondo musicale dell'elefantino del passeggino.

svezzamento rimandato ad agosto, che stai crescendo bene col mio latte.
che mistero, questo della produzione del latte.
io non me ne accorgo mica. faccio le mie cose, mangio, bevo, sudo e cammino come sempre, e intanto il mio corpo produce latte. non ho ancora capito se quello che mangio io poi lo mangi anche tu, in qualche modo. mangi le patatine? i cornetti algida? la frutta e i finocchi e il pollo al limone? mah! ma quando mi cerchi e ti attacco al seno e tu socchiudi gli occhi e inizi a mandar giù in un tripudio di gorgoglii, ogni volta è una piccola magia che non mi importa di spiegarmi con manuali di medicina.

dopo una giornata, quella di ieri, rocambolesca, oggi ci dividiamo tra casa e piscina. ci aspetta il costumino nuovo che ti ho comprato ieri. un po' di sole per le mie pallide gambe che attendono pantaloncini e gonne, e per le tue paffute rotondità che anelano a vitamina D e aria fresca, e a rotolarsi sull'erba o giù di lì.

non so se percepisci almeno un po' di tutto il benessere di cui sto cercando di circondarti...spero di sì.
spero, amore mio, che come in gravidanza mettevo uno sull'altro tutti i mattoncini giusti per la migliore delle crescite intrauterine, ora stia mettendo quelli giusti per la migliore delle vite.

lunedì 12 luglio 2010

Gelosia: è normale?

Ieri giornata in piscina con tanti amici.
il pupone come al solito è felice e contento e ammalia tutti con gridolini e sorrisi. io decido di approfittarne un po' per mollare il fagotto e prendere un po' di sole in autonomia.
le cose non si risolvono propriamente così.
mio figlio se ne sta tra le braccia di uno e poi di un altro, in acqua col papà e con l'amico del papà, a bordo piscina con l'amica della mamma, circondato da curiosi che chiedono quanti mesi ha etc., e da bambini che gli toccano le mani e i piedi e le braccia e le guance.
e lui a ridere, sereno.
sotto l'ombrellone se ne sta in braccio ad un altro amico a ridere e scherzare, mentre la fidanzata di questo gli fa le faccette mandandolo in estasi, in un tripudio di sorrisi e risate.
poi di nuovo col papà, in acqua. bambini, ragazzini, toccatine.

ad un certo punto inizio ad agitarmi.
mio figlio non mi vede da...da quanto? mezz'ora? un'ora?, IO non lo prendo in braccio da un tempo interminabile.
mi manca.
ma non in un modo tenero. in un modo VIOLENTO.
mi scopro orrendamente gelosa. lui si sta divertendo SENZA DI ME. non gli manco!

mi avvicino circospetta alla vasca dove l'amico di turno gli fa fare tuffetti.
il mio pupone è visibilmente stanco, anche se continua a sorridere.
riesco a portarmelo via per una poppata e un breve sonnellino.
ma appena si risveglia e gli altri se ne accorgono, riparte la giostra.
che continua a casa, dove ci riuniamo per mangiare una cosa insieme, e mio figlio ed io veniamo costantemente monitorati nel corso del bagnetto e dei preparativi vari da un nugolo di benintenzionate persone.
mi dico "ora tanto devo allattarlo, ci isoleremo un po' e lui si addormenterà COME SEMPRE". e invece, beffa delle beffe, lui non ha fame (non ha fame???!!), ciuccia mezzo minuto per poi ricominciare a guardarsi intorno.

per farla breve, non sono nemmeno riuscita a metterlo a letto come faccio ogni sera, perchè nella baraonda generale mi sono dovuta occupare anche della cena e degli ospiti, e a metterlo a letto è stato il papà.

lo so, sono patetica.
sono andata a dormire con un nodo in gola. mio figlio non era stato con me, non avevamo fatto tutte le nostre solite cose, mi aveva vista (e cercata!) poco, troppo poco. IO ero stata troppo poco con lui. mi mancava. e ce n'eravamo andati tutti a dormire così, senza che io potessi fare il pieno di lui.
ero gelosa di tutte quelle signorine che se l'erano spupazzato al posto mio. "preoccupata" perchè aveva addirittura rifiutato il seno.
non vedevo l'ora che fosse mattino per riprenderlo e stare con lui senza confusione.

so che dovrei essere contentissima che mio figlio stia bene anche con gli altri, che non si spaventi nel vedere facce sconosciute e situazioni nuove, che sia curioso del mondo e attento a ciò che lo circonda.
è che è sempre stato abbastanza mammone.
è che viviamo, da quattro mesi e mezzo, in totale simbiosi.
è che secondo me le persone che gli si avvicinano dovrebbero essere caute, gentili, rispettose, nei suoi e nei miei confronti.

allora mi chiedo se non sono io ad esagerare. se non sarebbe il caso di mettere un freno a queste mie sensazioni di cui ho perso, ieri, totalmente il controllo, al punto che secondo me avevo un muso lungo così senza nemmeno rendermene conto. se non dovrei smetterla di pensare che "si è stancato di stare con me". perchè sono la sua mamma, e magari a sedici anni non mi vorrà vedere manco dipinta ma adesso no. adesso no.

stamattina siamo tranquilli, anche se ancora il ricordo di ieri mi fa dispiacere.
soprattutto penso che mi aspettano alcune settimane con i nonni paterni, che sono in visibilio in attesa del nipotino e che generalmente quando vengono a trovarci esordiscono con un "ora questo bimbo sta con la nonna che non lo vede mai...mamma, va' via per un po'!".
ho paura di non reggere.
paura di non riuscire a ritagliarmi abbastanza spazi per stare con lui e col papà, senza comparsate varie.
che si ripresenti quell'orrenda gelosia che mi ha fatto dubitare della mia bontà come essere umano, e come madre.

mercoledì 7 luglio 2010

Assecondare la vita. Di scelte e concorsi lasciati perdere

Riesco a scrivere un po' approfittando di quest'ora di pace. il nano dorme ancora, stroncato da una doppia poppata, e la ddp non è ancora arrivata.
ho già portato fuori i cani e fatto colazione, e la casa non è ancora un forno.

guardo mio figlio dormire, innocente e beato, nella bambagia dei suoi 4 mesi e rotti di vita intensa e tenera. mi fa effetto pensare che neanche 5 mesi fa era ancora nella mia pancia, silenzioso e nascosto ai miei occhi che, oggi, sono pazzi di lui.

lo guardo dormire e penso alle scelte che ho fatto.
perchè oggi avrei dovuto essere, secondo i piani fatti all'inizio, da un'altra parte di questa città, a fare un concorso importante. un concorso che ho rinunciato a fare perchè non ho avuto tempo e testa per studiare. perchè non mi sentivo di lasciare per 4 giorni il piccolo, nè di assentarmi "mentalmente" per tutte le settimane precedenti.
sentivo che lui aveva bisogno di una mamma presente e dedita a lui.
sentivo che mi sarei pentita di ogni istante, ogni capriola, ogni gridolino persi.
sentivo che mi stavo facendo una violenza, a continuare a stare sui libri mentre la sua vita scorreva alla velocità della luce, tanto veloce che anche così fatico a starci dietro, a volte.
sentivo che una scelta andava fatta, seguirlo e godermelo appieno o abdicare temporaneamente al ruolo di madre e fare la donna ambiziosa (pure con tutti i "ma lo faccio anche per lui").
sentivo, infine, che non ne valeva nemmeno la pena.

così eccomi qui.
ancora stropicciata da un risveglio che mi ha ricordato subito che giorno fosse. mentre nel buio fresco e silenzioso della camera allattavo il piccolo che ad occhi chiusi faceva scorrere la manina sudata sulla mia pelle, ho pensato "a quest'ora potevo essere in fila all'ingresso con le altre migliaia di candidati, sudata, impaurita, affannata, a sentirmi tutto fuorchè una madre, a coltivare un'ambizione, a dirmi che nulla è cambiato, sono sempre la stessa".
ma non sono la stessa. e TUTTO è cambiato. almeno per ora.
e non mi dispiace nemmeno.
ho capito che sto solo assecondando la vita.
la vita mi ha fatto crescere.
mi ha fatto incontrare il mio compagno, Lui, e ci ha fatti innamorare.
mi ha fatto andare a vivere con lui, cambiare città, rimettere in discussione le mie convinzioni di ragazzina cresciuta nell'agio.
mi ha fatto restare incinta il tempo di dire "e se facessimo un figlio?".
e mi ha regalato questa perla meravigliosa, quest'ometto irresistibile che continua a dormire come se avesse capito che la mamma ha bisogno di buttare giù quello che sente.

penso alle persone che conosco da una vita, che quando torno a casa mia e le vedo, dopo tanti anni sono sempre le stesse.

così ho maturato la convinzione che la vita va assecondata, avendo rispetto dei tempi propri e degli altri. e delle proprie scelte. sono cambiata, sto cambiando, e non solo non ne ho paura ma guardo con stupore questa nuova me che si barcamena nella sua esistenza nuova di zecca. che ha imparato a prendersi cura di un neonato. che ha imparato ad amare incondizionatamente. che ha affrontato i nove mesi di gravidanza come una sfida personale contro l'ipocondria e le paure irrazionali, VINCENDOLE.

ora che ho scritto, anche se molto avrei ancora da dire, sto meglio. ho fatto chiarezza in me.
ci saranno altre occasioni, altri treni, altre scelte.
altri momenti, altre stagioni.
io, stavolta, saluto tutti e mi allontano col mio fagotto in braccio, incontro all'estate, alla vita, all'amore puro.

:)

lunedì 5 luglio 2010

Brevi appunti (e caldo!) in attesa che la blogosfera riparta

La blogosfera langue, le mamme più fortunate sono già in vacanza e le altre boccheggiano a letto con le tapperelle abbassate oppure sono in piscina a far respirare e sguazzare i nanetti.
qui mancano meno di due settimane alla partenza per il tanto agognato mare e io, piscina a parte, non so come far passare le giornate al pupone, chè uscire per amene passeggiate prima delle sei di sera non è consigliato. ci toccherà trasferirci al centro commerciale.
durante le poppate la fronte gli si imperla di tante goccioline di sudore e finisce di mangiare con i capelli tutti bagnati...ma sembra non accorgersene, perchè sorride sempre e comunque e per tutto il giorno gioca e sperimenta i rotolamenti, sua nuova passione.
all'ora di pranzo gli faccio un bagnetto fresco di mezz'ora per ritemprarlo, per il resto lo lascio con addosso il solo pannolino e restiamo a casa in penombra fino a metà pomeriggio...e cerchiamo così di combattere la calura, che qui a Roma è davvero pesante (nonostante viviamo fuori città).

che dire?
oggi avrei un odiosissimo appuntamento fissato da mesi ma credo anzi ho già deciso che chiamerò per disdire di brutto. al posto dell'antipatico appuntamento vado a prendere un aperitivo con due amiche, tiè.
tra una settimana porterò il piccolo ad un nuovo controllo dal pediatra, che ci dirà quando possiamo iniziare a svezzarlo (se continua a crescere bene con il mio solo latte iniziamo a 6 mesi, sennò prima).

la maternità comincia a calzarmi a pennello e sono felice. sono innamorata. l'estate è arrivata come una promessa mentenuta, e non vedo l'ora di stare al mare e far sperimentare al pupone le cose nuove che lo aspettano. non vedo l'ora di rilassarmi come credo di meritare.
stavolta l'ho detto:
me lo merito!

(però, mamme, tornate a scrivere!)