giovedì 31 marzo 2011

Perché le sfortune vengono sempre...a cinque o sei

Stanchezza cronica.

notti insonni causa pupone irrequieto a bestia, che pretende il lettone E il mio seno. in alternativa alla ciucciata feroce, dorme orizzontale e io mi rannicchio negli ultimi 20 cm rimasti.

mal di testa, di collo.

nausea.

le preselezioni da preparare.

e, da stamattina, un ingorgo mammario da record.

e sono sola a casa.

vorrei piangere per scaricare il nervoso, ma non ci riesco. faccio le smorfie da bambina ma le lacrime non escono. vorrei che qualcuno dei miei prendesse un aereo dalla sardegna e venisse a farmi da mangiare, a portare fuori pupone, a farmi un impacco con foglie di cavolo, a dirmi "poverina".
vorrei mia mamma.

martedì 29 marzo 2011

Il paradosso dell'acqua e del diamante

...allude alla contraddizione per cui l'acqua, che è un bene essenziale per la vita, ha un costo basso, mentre i diamanti, che sono superflui per la vita e non solo, hanno un costo molto più elevato.

Allo stesso modo è paradossale che una si debba separare dall'amore della sua vita, suo figlio, per prepararsi ad un concorso che la porterà, nella migliore delle ipotesi, a svolgere un lavoro assolutamente schifoso inessenziale per la comunità.

O, se vogliamo metterla in altro modo, che crescere un individuo sano e felice, apportando così un valore aggiunto assoluto (V.A.A.) alla comunità, sia valutato zero, mentre assumere la direzione di una qualsiasi minchia di pubblica amministrazione (M.P.A.) decadente sia valutato in decine di migliaia di euro all'anno.

è già finita la carica di energia di un post fa. aiuto.

lunedì 28 marzo 2011

Rmg=P(1-1/e)* - E' ora di crescere

Non so
(direi che iniziare un discorso con "non so" è quasi peggio che iniziarlo con "niente")
ma il mood di quest'ultimissimo periodo è "devo rassegnarmi a crescere"., perchè mi pare di vivere in un mondo tutto mio, a volte.
da quando sono mamma esiste solo pupone, e questo si sa. finora l'ho accettato, ma ora mi rendo conto che devo scaldare i muscoli ed entrare nel mondo.
la settimana prossima ho le preselezioni ad un concorso. diciamo che questo non è il concorso migliore per tentare di rimettersi in carreggiata, perchè è complessissimo, strapieno di concorrenza (50.000 iscritti per 146 posti), e uno di quelli in cui più che mai pesa l'ombra della corruzione, nonchè il caro, vecchio "tanto i posti sono già assegnati". per non parlare del fatto che dovrò cimentarmi con materie mai viste (e non a caso): contabilità di stato, economia, statistica, management pubblico...(*ma non avete idea di quante cose interessanti si imparino!!! non ci credete? eh, infatti non è vero)

e poi penso sempre a una cosa, ai due giorni in ospedale quando è nato pupone. ripenso a me in camicia da notte bianca e calzini, che cicaleccio con le mie compagne di stanza, che sperimento il mio nuovo ruolo, che accolgo tremante mio figlio quando le ostetriche me lo portano, che aspetto l'orario di visita e ricevo i parenti, gli amici e soprattutto il papà, che mi sento perfetta, importante, pronta a tutto, al sicuro da me stessa e dalle mie ansie, perchè ho finalmente un posto nel mondo.
e ogni volta che ripenso a quei momenti, a quelle sensazioni, mi sembra quasi di tradirle, di tradire quella parte di me volendone uscire. perchè per un anno ho vissuto di maternità, di mio figlio, azzerando le mie passioni, il mio corpo, come se fosse (lo è stato) la cosa più naturale

perciò sento che da qualche parte devo incominciare. che se sarò così brava da continuare a prepararmi sui quiz e, soprattutto, da andare il giorno X a sedermi davanti a quel monitor, avrò fatto un gran passo avanti, e non potrò rimproverarmi di niente se il tentativo non andrà in porto, perchè uscire di casa all'alba quel giorno sarà già un'impresa.

perchè a volte bisogna staccarsi dalla sedia che troviamo tanto confortevole. perchè non sono sicura che continuare a pensare solo ed esclusivamente a mio figlio sia un bene per LUI, oltre che ovviamente per me. perchè voglio provare di nuovo la sensazione di aver fatto il mio dovere.
perchè, fondamentalmente, studiare e cimentarmi nelle imprese impossibili è il mio pane.

martedì 22 marzo 2011

Vaccini sì, vaccini no, vaccini boh

che strazio.
una non esce sana da un arrovellamento che ne inizia un altro. non acquisisce una consapevolezza che deve fare i conti con nuovi dubbi.

i vaccini.

allora, pupone ha fatto le prime due dosi del cosiddetto esavalente, di pneumococco e meningococco. nessun effetto collaterale tranne, la prima volta (ma gli fecero tre iniezioni insieme), un po' di dolore ad una gambina.
ora dovrebbe fare la terza dose, e poi l'anti morbillo/parotite/rosolia.

vorrei essere una di quelle madri che si affidano al servizio sanitario nazionale come se fosse un' amorevole tata. vorrei essere presa da mille cose e non avere il tempo di pensare. vorrei che fosse tutto "normale". vorrei non sentirmi come una guerriera pazza (e sola) in lotta contro le mistificazioni pubbliche.
ma, se solo provo a sfiorare sulla tastiera le lettere necessarie a comporre le suddette diciture, vengo investita da una serie di informazioni totalmente discordanti: i vaccini fanno vivere! i vaccini fanno morire! bambini rovinati dal vaccino! bambini salvati dal vaccino! vaccinateli! non fatelo!

in gravidanza avevo gli stessi dubbi lancinanti su cento cose diverse, ma avevo una ginecologa seria e competente cui alla fine mi sono affidata con tranquillità, archiviando letteratura scientifica e internet.
il pediatra di mio figlio è, invece, tutt'altro che rassicurante (e sono gentile). confuso e distratto, sempre. e troppo propenso alla medicalizzazione.
ovunque mi giri le opinioni sono discordanti.

ovviamente, volendo fare la solita idealista, mi viene da dire che sarebbe bello se potessimo fare totale affidamento sul servizio sanitario, invece che esser costretti a riconoscere che quello che ci viene consigliato è, talvolta (troppo spesso, per i miei gusti) mediato da interessi economici (vedi quelli delle case farmaceutiche, vedi i parti col cesareo che fioccano a percentuali impressionanti solo in italia, e vedi la questione del vaccino contro la cd suina).
cioè, non è possibile che, alla mia domanda sui vaccini, mi senta rispondere da chicchessia "eh, ma ci sono gli interessi delle case farmaceutiche!". a prescindere dalla serietà dell'osservazione, è assurdo vivere in un paese in cui la signora al supermercato ne sa più dei pm, sulle case farmaceutiche e i loro loschi traffici.
la verità è che queste sono scelte di assoluta importanza. e non posso affidarmi nè ad un pediatra svitato e approssimativo, nè alle mie letture su internet, che per quanto coscienziose e "appassionate", sempre da una non addetta ai lavori son fatte.
devo, come al solito, prendere una decisione che influenzerà il futuro di mio figlio, assumendomene la totale responsabilità.

ma mi domando: è possibile che sia così? esagero io, forse? ho una visione distorta ed esasperata della situazione?
possibile che, anche in questo caso, crescere (bene, e consapevolmente) un figlio sia un'impresa per veri duri?
possibile che la serenità delle scelte debba andare di pari passo con la non-consapevolezza, col fatalismo?

lunedì 21 marzo 2011

Voglia di vivere (e di lasciarti crescere, bambino)



Siamo tornati a roma dopo un soggiorno in puglia dai nonni, soggiorno che dai quattro giorni inizialmente previsti si è protratto fino a quasi due settimane.
pupone è stato benissimo, noi ci siamo riposati e rilassati. vederlo correre per casa, felice e sicuro, e imparare tutte le sue nuove cose, è stato, come sempre, un toccasana.
quando però poi si torna da una vacanza arriva sempre il momento delle previsioni per l'immediato futuro, e così è stato per me, che in macchina a casa ho pensato e ripensato alla mia vita, cercando di fare un piccolo bilancio e qualche previsione per la nostra piccola famiglia, perchè tornare alla routine dopo tanti agi non è facile, e bisogna organizzarsi. temevo soprattutto che mio figlio si rivelasse una belva, dopo tutti quei giorni di attenzioni e strappi alle regole, ma così non è stato, anzi... (è un bambino saggio, devo riconoscerlo!)

sono tante le cose che vorrei fare con pupone e per lui, e piano piano prendono forma nella mia mente.

ma tra tutti i propositi, e a prescindere da essi, una cosa è certa, che ho, abbiamo, tanta voglia di viverci questa nuova stagione e le novità che arriveranno. ho voglia di non lamentarmi più troppo, di fare di più per me stessa, di assecondare la crescita di mio figlio senza soffocarlo, senza mettergli troppi limiti, senza imporgli regole che non servono, libero di sporcarsi, di capitombolare, di sbagliare, di andare spedito per la sua strada di bambino. perchè mi rendo conto, a volte, a sprazzi, che è facile sbagliare, rendersi opprimenti, far suoi i propri errori, trattarlo da adulto invece che dal bambino che è. è facile rendersi noiosi, incomprensibili, intolleranti.

invece io vorrei approfittare del tempo che abbiamo, impiegarlo al meglio e non far scorrere le giornate in attesa che finiscano. guardo con angoscia quello che ci succede vicino e meno vicino, e poi guardo mio figlio che ride beato, inconsapevole, e capisco che l'unica cosa in mio potere è rendere la sua vita meravigliosa e leggera. sorridergli e cantargli la canzoncina anche mentre il telegiornale rimanda notizie tremende.
mi accorgo che da quando c'è il mio piccolo uomo non posso permettermi di sprecare nessun istante, per questo ho voglia di andare incontro alla nuova stagione e a tutti i nuovi inizi che porterà, di sentirmi viva e me stessa.
la mia voglia di vivere scalpita e grida, e non voglio fermare nessun momento per egoismo, paura o pigrizia.
tanto meno adesso.

martedì 8 marzo 2011

L'8 marzo da queste parti, in periferia

Che vi devo dire?
sono arrivata alle 16,39 felice di non aver ricevuto mimose. non mi sono sognata di fare gli auguri a nessuna delle donne che ho incontrato. al semaforo un tizio con tristanzuoli mazzetti gialli si è avvicinato al finestrino della mia auto ma appena intravisto lo scintillìo del mio ringhio feroce è scappato.
non c'è un bel niente da festeggiare, di certo non mi troverete munita di gin tonic al bancone di un bar malfamato a sculacciare spogliarellisti riccioluti.

più probabile che verso le 18 mi si veda scarpinare col passeggino alla volta del pediatra per il controllo mensile del pupone. e poi a comprare il latte (rischio mimosa?). e poi a casa ad accogliere il Papà per sentire che nuove ci sono, e poi via al tran-tran (ma quant'è bello il nostro tran-tran serale?), finchè, in qualche modo, non arriverò a sdraiarmi sotto le coperte.

mi piacerebbe pensare che, se una conquista dovremmo aver già fatto da un pezzo, sarebbe quella della famosa Complicità Femminile.
e invece domenica la Zia di cui sopra ha notato una certa rilassatezza occhieggiare da sotto il mio maglione (o da sopra il bordo dei miei jeans, a seconda) e mi ha toccacciata esclamando "embè-è-è? che vedo qui-i-i?"

a parte ciò....
evviva le donne!

giovedì 3 marzo 2011

Chi lo sta crescendo, 'sto figlio? di Zie Inopportune

Interno giorno, al ristorante, in occasione di uno dei millemila festeggiamenti dell'ultimo mese.

Io: -su pupone, mettiti seduto qui intanto che mamma ti prepara il pranzo-
Zia: -ma non lo vedi che da lì cade? non è sicuro quel seggiolone, fallo scendere santo cielo!-

Io: -ecco qua pupone, mangia la pappa che ti ho preparato! aaahmmmm!-
Zia: -ma dai, gli dai ancora le pappe così? ma non lo vedi che lui si sta puntando i fagioli con le cotiche? ormai è grande! e poi... oh ma dai, la carne omogeneizzata! ma cucinagliela tu, no? dovresti dividergli il pasto in più porzioni bla bla bla-

Io: -toh pupone, bevi un po' d'acqua dal tuo bicchierino-
Zia: -prova a dargliela dal bicchiere vero, no? così impara a regolare il flusso bla bla bla-

Io: -togliamoci la giacca...-
Zia: -ma se fa freddo! rimettigliela! vedi che secondo me ha un po' di raffreddore. questa mania dei genitori di fare gli sportivi con i figli piccoli che poi bla bla bla-

Io: -cavallino arrì arrò, per la biada che ti dò.....-
Zia: -guarda che faceva àrri àrro cavallino...-


ok. non è per fare l'antipatica o quella irriconoscente, però chi lo sta crescendo, 'sto figlio? io o i vostri consigli??? argh.