venerdì 3 settembre 2010

Io e te - te ed io, o come si dice, a facc'e pari

Ieri sono stata tutto-il-giorno-sola-col-pupone.
generalmente il Papà torna a metà pomeriggio, in tempo per le incombenze più gravose come preparare e dare al pupo la minestrina, fargli il bagnetto, addormentarlo, portarmi a braccia a lavarmi i denti e a letto. invece ieri è tornato a mezzanotte.
vivendo a roma da emigrata, sono abituata a stare da sola. se non hai sempre vissuto qui e in più non hai il tempo di coltivare con impegno le amicizie, frequentando corsi vari o palestre, finisce che nei momenti di fiacca molto tempo lo trascorri sola. giuro, non mi pesa, ho imparato a conviverci.
ciò che mi spaventa un po', talvolta, è osservare, dall'alto di una giornata che inizia, tutto quell'insieme di ore che si preannunciano di solitudine. con un bimbo iperattivo, per giunta.
confesso che dopo pranzo sono stata assalita dall'ansia, guardando il piccolo ipercinetico.

ma piuttosto che lasciarmi sopraffare dalla giornata e dal nano, ho deciso di caricarlo in macchina e portarlo a fare un giro per negozi non lontano da qui.
abbiamo colto gli ultimi raggi di sole della giornata e comprato un pigiamino nuovo e i pannolini (sì sì lo so...ma un rossettino per me no??), lui si è distratto e stancato non poco a rimirare tutto quel ben di Dio di colori e persone...
alle sette eravamo a casa, dove grazie a qualche intervento divino sono riuscita a lasciarlo, senza che si sgolasse di urla, sul seggiolone il tempo di preparargli la pappa...e poi somministrazione di minestrina con relativi sbrodolamenti, trasferimento sul lettone per giochi e svestizione, bagnetto mentre lavavo a mano il pigiamino e qualche bavaglino, asciugatura, pigiama per la notte e di lì a nemmeno due ore se la dormiva soddisfatto. e io avevo la casa per me. nella penombra scivolavo ogni tanto in camera da letto e mi affacciavo sul suo lettino per vedere se dormiva bene.

alla fine di tutto questo, mi sono sentita davvero una MADRE: occuparmi di lui per 14 ore senza fare pasticci, senza sbarellare, senza chiedere aiuto a nessuno, senza scialuppe di salvataggio all'orizzonte...ma soprattutto con consapevolezza, anticipando i suoi bisogni, godendo, alla fine, della sua compagnia, perchè diciamocelo, è un gran intrattenitore pure lui...

6 commenti:

  1. anticipando i suoi bisogni...
    ecco: credo tu abbia colto la vera essenza dell'essere madri :-)

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  2. Ti capisco benissimo. Io ci sono abituata perché mio marito raramente è a casa prima delle 20,00/20,30 e quando Tia era piccolo come il tuo pupone significava aver cominciato e finito la giornata soli io e lui. Ora che è più grande per fortuna papà e bimbo riecono a passare un po' di tempo insieme prima della nanna.

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  3. Benvenuta nel club!Anch'io passo la maggior parte del tempo da sola con Tommy perchè il papi fa i turni e qunado fa il pomeriggio torna a mezzanotte. Poi ci sono i raduni di moto e a volte mi tocca stare da sola anche di notte...hai fatto bene a fargli fare un giro così nel frattempo ti sei distratta anche tu..è vero i pomeriggi in solitudine sono veramente lunghi..io ho la fortuna che a volte mi vedo con una mia amica che ha una bimba di poco più grande del mio...andiamo al parco o in giro per i negozi, siamo un'ancora di salvezza per entrambe contro la solitudine delle mamme..
    Comunque , brava!Non è facile arrivare a fine giornata senza sbarellare!!
    un abbraccio

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  4. @ rosa: speriamo...grazie! ;)

    @ Lizzina: aiuto...tutti i giorni fino alle 20,30 da sola...come hai fattoooo?? :)

    @ Valentina: la mia ancora di salvezza al momento è in francia con la famiglia...pure tu col papà che fa i turni non so proprio come fai! allora sì che sbarellerei!
    un abbraccio a te!

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  5. Il nostro papà fa i turni e quello del pomeriggio lo detesto perchè sembra non torni mai! Ricordo i primi mesi del mio patatino molto faticosi... era inverno e pioveva sempre... non potevamo uscire... Però che bella sensazione arrivare a sera e sapere che lo hai sfamato, lavato e addormentato senza aiuti! Baci

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  6. @ Tatina: esatto, è questa sensazione di essersi dedicate all'accudimento in modo totale a ripagare...ci si sente capaci, capacissime, e indispensabili.
    impagabile.

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