mercoledì 2 giugno 2010

Di scremature, valigie, bagagli a mano...

L'Amica In Carriera non si fa sentire da un po'.
da quando le ho detto che ero incinta, e ancora più da quando è nato mio figlio, lei latita. non lo ha mai visto, ancora.
le poche volte che ci siamo sentite mi ha chiesto, più per dovere e con molto imbarazzo "e il bambino?", senza nominarlo, senza reale interesse. e con poco trasporto le ho risposto, perchè il trasporto mio figlio ed io lo riserviamo a chi ha voglia di essere coivolto da discorsi di poppate, ragadi, amore incondizionato, lacrime facili etc...
una tappa della maternità è la scrematura. scrematura degli interessi da coltivare (io suonavo il piano, studiavo il russo, divoravo i libri, correvo), delle cose da fare e da comprare, delle amicizie. non è vero che ci si ritrova a frequentare solo coppie con figli, è vero però che le persone che non vogliono bimbi tra i piedi, quelle che si ostinano a volerti vedere come la cara vecchia volpona delle antiche scorribande, quelle che i bimbi li vorrebbero e invidiandoti il tuo preferiscono depennarti dalla rubrica per non fare i conti ogni volta col loro vuoto, quelle troppo prese da se stesse per includere la new entry nei programmi tra amiche, tutte queste persone per forza spariscono, e molto spesso sei proprio tu ad allontanarle, perchè hai bisogno di serenità, di sguardi benevoli, di sentirti accettata se arrivi agli appuntamenti senza tacchi e col bebè nel marsupio.
niente di grave.
io dico sempre che se il bagaglio si alleggerisce è perchè si è imparato a far bene la valigia. e la mia valigia è perfetta, ora.

...

giorni fa camminavo di fretta per l'aeroporto di fiumicino con il pupolone nel marsupio, appena scesa dall'aereo e vestita con jeans e una camicetta a scacchi. i capelli legati, le scarpe basse, i braccialetti tintinnanti e il ciuccio del piccolo penzoloni, dimostravo meno della mia età. intorno a me un gran brulicare di uomini in giacca e cravatta con orologi da tenere d'occhio, ventriquattrore e parlate milanesi e torinesi e romane ma pulite, e di donne in tailleur coi tacchi seri e il rossetto.
ho provato una fitta di nostalgia al ricordo di com'ero fino a poco, pochissimo tempo fa: anch'io sgambettavo per aeroporti vestita da conferenza, tra colleghi piacioni ed eleganti; camminavo a passo spedito per i lunghissimi corridoi dei tribunali; stringevo mani levigate di professionisti più o meno stimati e parlavo con loro una lingua che ho dimenticato, pare.

eppure, eppure, ho pensato, tra tutte quelle gambe veloci le mie erano le più leggere.
tra tutte quelle belle facce la mia era la più luminosa.
di tutti i bagagli a mano che venivano trasportati, il mio era, in assoluto, il più prezioso.

4 commenti:

  1. Anche a me a volte prende una nostalgia...come adesso che sono in vacanza,con il mio bambino e lontano dal mio compagno..ripenso a un sacco di cose..a come erano le ferie primoa..a cosa facevo...e giù di lacrime facili..

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  2. eh già. le lacrime facili.
    meglio lasciarsi andare alla nostalgia (e piangere un po') o combatterla? secondo me meglio farle uscire tutte ora, perchè poi non potremo più permettercelo...(leggi figli che ti chiedono "perchè piangi??)

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  3. Da quando Superbaby è nato sono in tanti a dirmi che sembro più giovane: non so se è vero. Certo è che mi capita spesso di sentirmi la persona più felice in una stanza. Bello essere mamma.

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  4. io prima in una stanza con tante altre persone mi chiedevo (quant'ero scema!) "sono la più bella?". era una specie di giochino con me stessa.
    ora mi chiedo se c'è e ci sarà mai qualcuno più fortunato di me.

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