domenica 20 giugno 2010

Solo la madre cambia. Di metamorfosi, papà vanitosi, amore.

anche questo fine settimana ho avuto la conferma di quel che andavo pensando da un po':
i genitori sono in due ma quella che cambia irreversibilmente è SOLO E SOLTANTO la mamma.
cioè io, guarda un po'.

la mamma cambia irreversibilmente nel corpo. prima col pancione, in gravidanza, poi con tutto il resto: la pelle, i muscoli, le ossa, tutto cambia dopo il parto, in parte per l'adattamento alla maternità, in parte per le mancate cure...leggi gridare alleluja quando riesci a passarti mezza mano di crema idratante sulle gambe...fare quei due esercizi per i glutei un giorno sì e dieci no.
(tutto questo mi sovviene mentre il padre di mio figlio si ammazza di addominali, va due volte al giorno in piscina, si abbronza e la sera mentre io boccheggio a letto prima di addormentarmi viene a mostrarmi orgoglioso i suoi progressi);

la testa non è quella di prima: pensi solo al bimbo. non più a te stessa, non più alle amiche e nemmeno al tuo compagno. se proprio devi, fai lo sforzo sovrumano di pensare a come e dove procacciare il cibo per la famiglia. esci per comprarti qualcosa, e torni con l'Antennina Ballerina per il pupo. di notte ti svegli nel silenzio della casa e vai a vedere se il bimbo respira.
(tutto questo mi sovviene mentre il padre di mio figlio ascolta musica per ore e ore, vaneggia di corsi di fotografia e di capoeira e propone, candido, di andare alla festa di compleanno in discoteca di un suo collega di lavoro);

voi direte, tipo coro greco: ma quando le fa tutte queste cose??
le fa durante la pausa pranzo a lavoro, mentre io sto cercando di addormentare il pupone o lo sto intrattenendo con pupazzi e libri di stoffa. lo fa la sera quando torna, mentre io mi destreggio col pupone in bagno per lavarlo, mentre lo cospargo di talco baciandogli i piedini e constatando ogni suo più piccolo progresso. lo fa mentre allatto. lo fa quando esco per andare in farmacia (col pupone) in cerca di un consiglio su che tisane provare per favorire l'allattamento. lo fa quando, di notte, dopo che il figlio si è in qualche modo addormentato, io sconvolta dalla stanchezza svengo sul letto e lui, fresco e splendido, accende lo stereo e si ascolta i suoi dischi preferiti.
a volte, quando torna da lavoro, tempo un'ora ed è uscito per andare a nuotare.

coro greco: come puoi permetterglielo??
semplice: io so che per lui è diverso che per me. so che la sua testa è rimasta la stessa, coi suoi desideri, le sue aspettative dalla vita, le sue innocenti evasioni dal tran tran. e se gli chiedo di più, lui a volte non capisce, non vede la necessità.
so che a me, occuparmi di mio, di nostro figlio, non pesa, anzi.
cerco di metterlo di fronte alle sue responsabilità quando io non ce la faccio, quando ho bisogno di un momento per riprendermi. se glielo chiedo, di darmi tempo per prendere fiato, lui c'è. ed è davvero un padre amorevole e presente. che gioca, ninna, bacia, si preoccupa, vigila.

ma non è una madre.

non sa cosa significhi spingere, con tutta la propria forza, per separarti da un pezzo di te stessa ed abbracciarlo per la prima volta. guardare tuo figlio quando ancora è parte di te, col cordone che vi unisce anche se non siete già più quella monade perfetta che per nove mesi siete stati. allattarlo e pensare che, ancora una volta, parte di te è parte di lui. piangere di emozione guardandolo dormire, e constatando che mesi felici sta vivendo grazie alle tue cure e al tuo amore immenso.

può darsi che Madre Natura abbia previsto tutto, predisponendoci così diversamente, uomini e donne, alla genitorialità.
può darsi che io esageri.
ma, ancora una volta, ecco la conferma: essere madre è un lavoro. un lavoro in piena regola. solo che vieni pagata in bacini bavosi e affetto cucciolo di un figlio. in piccole braccia che ti cercano nella confusione di una stanza affollata. in sillabe sgangherate e sorrisi sdentatissimi. in riconoscenza, rispetto, somiglianza, AMORE.
non in soldi.

vuoi mettere.

5 commenti:

  1. Per me non è giusto però.
    Così è facile fare figli.
    Si è un po' presenti quando la madre sta per scoppiare.
    Poi ci si fa i propri.
    Sarà che DaddyBear anche se è vero che dopo due anni e mezzo ancora non sa dove sono le magliette di Belvetta e MAI le farebbe il bagno senza di me, però non si perderebbe nemmeno un minuto della sua crescita e fa i salti mortali per mancare il meno possibile.
    Detto questo LUI si legge tutto il giornale e sta in bagno quanto vuole, ma almeno alla sera la fa giocare e io riesco a riposarmi almeno una mezz'ora.
    E' vero che essere madre è un'esperienza sconvolgente ma annullarsi no, questo no.
    E soprattutto non si può giustificare con questo un padre che detta come l'hai detta se ne sbatte di quanto stanca sia sua moglie.
    Ribadisco: DaddyBear non è un santo ma non posso proprio dire che non metta sua figlia prima di lui. Lo fa fin troppo anzi. Il che è ugualmente sbagliato ma almeno me lo fa sentire presente e interessato.
    Anche perchè se si fosse azzardato ad andare in palestra e al corso di capoeira mentre io avevo come unico mondo la pupa lo avrei spellato vivo.

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  2. io direi che madre natura si è un po' sbagliata! per gli uomini il processo di acquisizione del loro ruolo di genitore è più lento, a volte decisamente troppo lento...e poi è decisamente sproporzionato il carico! così, quando mi sveglio stravolta per allattare (ancora? di nuovo?) e lui ronfa come un orso, a me sale un nervoso estremo, che sfogo con qualche amabile calcione. Lui si sveglia: "amore, posso fare qualcosa?" e io borbotto un "ma va là...", lo so che è insensato, ma mi sembra più equo! Soffro io, soffri un po' anche tu!
    e poi no, non ho tutta la pazienza e dedizione di nuvole: dopo una giornata intera dietro ai bimbi, appena l'uomo-computer rientra io l'accolgo come il sole! per poi scaricargli addosso la prole!
    non solo perchè sono spesso sfinita e se devo far da mangiare per tutti ho bisogno di avere le mani libere, ma anche perchè i figli crescono in un attimo e se non ci sei a goderteli, ad assaporare ogni minuscola cosa, perdi quegli attimi che non tornano più. e loro perdono qualcosa di te...
    L'ho visto bene con il nanetto Svizzero: in un battito di ciglia è cresciuto, è cambiato!
    Noi lo sappiamo, ma gli uomini forse non lo sanno...è bene ricordarglielo, ogni tanto!

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  3. Anche a casa mia funziona così..lui per tutto l'inverno non ha rinunciato ad un venerdì sera fuori..è sempre andato ai raduni di moto che voleva (è un motociclista :(() e io a casa a guardarmi il pargoletto..non che mi dispiaccia ma anch'io ogni tanto vorrei prendermi un momento di riposo per fare quello che mi piace..ma ora che ho smesso di allattare la musica cambia..anche lui può occuparsi di suo figlio nella stessa misura in cui mi occupo io..

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  4. @ Rocciajubba: dopo aver letto il tuo commento sono andata a rileggere il mio post e mi sono accorta che forse, avendo calcato un po' la mano per la stanchezza, è fraintendibile. il mio compagno non se ne sbatte nè pensa neanche lontanamente di perdersi la crescita di suo figlio, semplicemente...non la vive come la vivo io. cioè, in modo totalizzante. col risultato che a fine giornata, anche se lui si è ritagliato i suoi momenti per stare col pupone (e con me), difatto è andato a lavoro, in piscina e ha letto il giornale, mentre io ogni microsecondo l'ho dedicato al bambino. sai, forse la colpa è mia: dovrei prendere un po' le distanze. ma non riesco a(e non voglio!) staccarmi da mio figlio :)

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  5. @ Cocchina: ma sai che la scenetta notturna dei borbottii e dei calcioni si svolge pure qua? a volte sembro posseduta, dalle vociacce che mi escono per il nervoso!

    @ Valentina: anche il mio compagno è motociclista (lo ero anch'io, non mi ci far pensare, che nostalgia...), ma ai raduni non va da un po'. credo che se lo facesse mi prenderebbe male, anche per l'ansia...
    comunque hai ragione, l'allattamento ti lega a doppio giro al figlio, probabilmente quando smetterò anch'io si riequilibreranno le posizioni... :)

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