da stamattina mi girano in testa questi pensieri.
pensieri oziosi, che non potrei permettermi con tutto quello che ho da fare, ma che frullano e frullano e chiedono sfogo, per essere meglio compresi, per essere accettati.
se le cose fossero andate diversamente, se non avessi conosciuto il Papà o se per qualche motivo tra noi non avesse funzionato, ora vivrei con tutta probabilità ancora in sardegna, a casa con mio padre e mia sorella. lavorerei nello studio che ho lasciato per venire qui, a ritmi tutto sommato blandi, forse sarei ancora alle prese col concorso.
il rapporto con mia sorella sarebbe più o meno lo stesso, cioè simbiotico, senza la distanza fisica a scoperchiare le nostre abissali diversità, lei perfettina e insicura, io selvatica e rissosa.
avrei un'esistenza pacifica, o magari al contrario irrequieta, tra le mura sicure di una città conosciuta a menadito e con meccanismi antichi e collaudati. avrei le mie amiche, i miei amici, le mie uscite il venerdì, i caffè al bar del tribunale, i pranzi in spiaggia e le sessioni di shopping con mia sorella. tutto come l'ho lasciato. chiacchiere e gossip di provincia. qualche viaggetto oltretirreno. poca consapevolezza. il dolore che avevo dentro non avrebbe trovato il mio terapeuta romano, e chissà dove sarebbe finito.
invece sono qui.
in una città che amo e odio con tutta me stessa, che mi fa tremare di rabbia i polsi alla guida della mia auto nel traffico maledetto e inspiegabile che la ingolfa.
senza lavoro, perchè qui a quanto pare con la mia laurea e il mio titolo e il mio cv mi ci posso anche fare un aeroplanino di carta, tanto per dire che sono serviti a qualcosa.
con un compagno che amo e che mi ama, ma con cui sperimento giocoforza non solo le vette d'amore e di complicità, ma anche gli abissi dell'insofferenza reciproca. e si presume (si spera) che sia per sempre.
in parte sono sempre la stessa, in parte no. sono molto più riflessiva e attenta a come mi muovo. mi sposto a tentoni nella metropoli che non mi appertiene. non so che ne sarà del mio lavoro, perchè fare l'avvocato a roma è impossibile, per come la vedo io, o quanto meno non è compatibile con una qualità della vita sostenibile, nè con la maternità come io la intendo.
e poi c'è mio figlio, che ovviamente resta fuori da tutto questo soppesare. se guardo lui è evidente che nulla regge, al confronto.
è strano, ma ad un certo punto della mia vita mi sono trovata a un bivio e ho preso una delle strade. non c'erano scorciatoie nè zone per la sosta nè possibili alternative, dovevo scegliere e l'ho fatto, non senza soffrire. mia mamma era morta l'anno prima e io mi sentivo in colpa ad andarmene, ma non potevo farne a meno. volevo vivere. amavo il Papà e questo non è cambiato. siamo cambiati noi come coppia ma in meglio, e sempre con margini di miglioramento ulteriore.
oggi sono qui e questo non cambia, per il momento. coi miei sogni, con la mia irrequietezza, tutto temperato dal mio bambino, che mi ha resa più adulta e più sincera. certa che le cose cambieranno nel tempo, a favore mio e della mia buona disposizione. madre e compagna ma non solo, anche l'animale selvatico che sono sempre stata.
felice, se mi guardo dentro obiettivamente e spassionatamente. capace di amare, ancora.
e questo è l'importante.
Penso che sia normale guardarsi indietro, a volte, specie quando si fanno scelte così lontane da ciò che avremmo mai immaginato. Ma è bello poter anche fare presunti bilanci di ciò che sarebbe stato e ancor più bello è vedere il presente e saperlo apprezzare :) e saper scorgere anche il futuro!
RispondiEliminaOgni tanto fa bene guardarsi indietro ... soprattutto quando ciò che hai e ciò che sei nel presente è molto più bello di ciò che saresti potuta essere! Il futuro è un'incognita... ma la cosa importante rimane la capacità di amare e di farsi amare!!!
RispondiEliminaUn abbraccio!!
10&lode!
RispondiEliminache bel post!
ma lo sai che questi pensieri alla sliding doors mi prendono spesso pure a me?
sia nelle banali casualità quotidiane che nelle grandi questioni esistenziali.
io probabilmente non sarei a roma, se non avessi incontrato il MaritoPrincipeAzzurro.
e questo sembra volgere a sfavore della scelta di stare con lui :D
in realtà sono convinta che non staremo qui a lungo. me lo sento.
perché il mio essere zingara sta scalpitando sotto la pelle della moglie accondiscendente e la mamma amorevole.
Anche io ultimamente sono molto "se avessi detto/fatto/scelto diversamente cosa sarebbe successo?".
RispondiEliminaA volte fa bene, a volte no.
Non ci rimuginare troppo o finisci come me!
@ Moonaflowers: sì hai ragione, è bello soffermarsi a pensare e a indagare il futuro...quanto meno, mi aiuta a far pace con certe cose che ribollono...
RispondiElimina@ Tatina: è vero, quel che è è meglio di quel che sarebbe potuto essere. un mondo senza pupone non lo posso nemmeno immaginare! :)
@ Caia: grazie!
io mi definisco "selvatica", tu invece sei "zingara"...mi piace! anch'io mi vedo traslocare, tra un po', magari all'estero, magari in spagna. chissà, con un po' di fortuna e audacia realizzeremo i nostri intenti!
@ rocciajubba: ho già finito di rimuginare, me lo sono imposto! anche tu però, eh!
Looved reading this thank you
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