martedì 29 marzo 2011

Il paradosso dell'acqua e del diamante

...allude alla contraddizione per cui l'acqua, che è un bene essenziale per la vita, ha un costo basso, mentre i diamanti, che sono superflui per la vita e non solo, hanno un costo molto più elevato.

Allo stesso modo è paradossale che una si debba separare dall'amore della sua vita, suo figlio, per prepararsi ad un concorso che la porterà, nella migliore delle ipotesi, a svolgere un lavoro assolutamente schifoso inessenziale per la comunità.

O, se vogliamo metterla in altro modo, che crescere un individuo sano e felice, apportando così un valore aggiunto assoluto (V.A.A.) alla comunità, sia valutato zero, mentre assumere la direzione di una qualsiasi minchia di pubblica amministrazione (M.P.A.) decadente sia valutato in decine di migliaia di euro all'anno.

è già finita la carica di energia di un post fa. aiuto.

10 commenti:

  1. In un paese, prettamente per vecchi in cui ogni cosa ruota intorno a pochi anziani monopolisti della cosa pubblica è inutile chiedere attenzione per chi alleva le genarazioni del futuro. Non mi stancherò mai di dirlo. Le leggi in fatto di maternità in Italia ci sono è che manca la forma mentis e la volontà di metterle in pratica. Scusa lo sfogo... Detto questo, se per necessità (volgarmente soldi) ti serve il lavoro provaci, a me ha dato una dimensione diversa dell'essere mamma che ci ha addirittura avvicinati ancora di più.
    Un abbraccio

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  2. No..come mai questa perdita di energia?? io sono favorevole ad un eventuale ritorno al lavoro nel caso ce ne sia necessità( economica, mentale..ecc)..il rapporto con il proprio bambino cambia è vero..a volte bisognerà stravolgere la giornata i ritmi l'equilibrio ma ce ne sarà uno nuovo..
    Forza e coraggio!

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  3. guarda...io la vedo così: nessun lavoro ti potrà sembrare mai all'altezza di quello che lasci a casa, qualsiasi altro impiego sarà meno arricchente, coinvolgente, appassionante, soddisfacente...ma sono anche convinta che a volte, o per lo meno per me, sia necessaria una pausa (mentale e sociale) dal mestiere di mamma. Quindi non ti rammaricare troppo: l'unica cosa che potrebbe essere all'altezza del fare la mamma al pupone è fare la mamma a suo fratello/sorella!

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  4. Beh, non so quali, ma certamente ci sono anche dei risvolti positivi, per te, nel tornare al lavoro. Se è questo che vuoi/devi, concentrati su questi. Tormentarti non serve.

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  5. sfondi una porta aperta: fare la madre è un lavoro importantissimo, in cui non ci si può permettere di sbagliare, di responsabilità infinita, e viene pagato zero.
    Qualsiasi altro lavoro è imparagonabile, sebbene venga remunerato.
    Ci vorrebbe uno stipendio per le mamme, ecco!

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  6. @ Owl: sì, per il vile denaro ma anche per riconoscermi un po' di più...lo farò perché, anche se mi lamento tanto, so di averne bisogno. era giusto un momento di sconforto!

    @ valentina: il fatto è che sono favorevole anch'io! non sono per l'abnegazione ad ogni costo, per carità....tornerà l'entusiasmo (anzi forse sta già tornando)!

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  7. @ Cocchina: anche tu hai ragione. a volte penso che se avessi subito un altro figlio da un lato mi sentirei di nuovo in quel mondo dei sogni in cui aspettare e avere pupone mi aveva messa, ma dall'altro... mmmh, non so! ;)

    @ Ondaluna: giusto, giustissimo.

    @ Trasparelena: ecco! più chiaro di così! ;)))

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  8. Parole sante. Santa ragione. Sono le stesse cose dette da me - come sai - in qualche post fa. Ma è mai possibile continuare a vivere così?

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  9. Cara Nuvole,
    ho fatto la preselezione del "mio concorso" quando Bia era ancora nella mia pancia, a 8 mesi di gravidanza, andando a da Roma a Milano da sola in treno. Poi due scritti con Bia di due mesi. Poi l'orale con Bia di sei mesi, sempre portandola a Milano con me. Sono risultata idonea. Non l'ho vinto. E non l'ho perso. E ora vivo nel terrore che prima o poi (o forse mai) mi chiameranno a Milano a lavorare, con tutto ciò che comporta spostare tutta la famiglia. La verità è che un concorso pubblico, di questi tempi, non è garanzia di assunzione immediata e poi tra una prova e l'altra passa almeno un anno.
    Eppure io sono qui a fare domanda per un altro concorso, perchè il posto pubblico è l'ultima chimera di condizioni di lavoro eque, con malattie pagate, maternità, permessi e ferie. E poi perchè non saprei dove cercare un altro lavoro.
    Per quanto riguarda il tempo che togli al tuo cucciolo, pensa a quanto sia importante anche mostrare a tuo figlio una mamma che modifica la propria vita per renderla più simile a se stessa!
    Ti auguro di vincere, comunque vada!

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  10. @ Cristiano: sì me lo ricordo bene. come ti dicevo, si tratta di fare una scelta coerente con i propri bisogni e portarla a compimento o almeno provarci.
    ma non è facile per niente.

    @ Fi: ti ammiro per la tua tenacia. gli scritti con la bimba di due mesi....io a mio tempo li ho saltati.

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