martedì 21 giugno 2011

"Realizzarsi nella vita": sicuri di sapere cosa significa?

Ad un ritrovo tra parenti e conoscenti, nel chiacchiericcio generale qualcuno butta il sasso nell'acqua: "tizio e tizia aspettano il secondo figlio".
voi direte "ma che bello!". io ho detto "ma che bello!".
di dieci persone presenti, sette hanno grugnito, scosso la testa, borbottato.
"ma che c'è?", fa quest'ingenua che scrive.

c'è, dicono sommandosi varie voci, che sembra fuori luogo, la cosa. che tizia è troppo giovane. che non sono sposati. che il primo figlio ha solo due anni e mezzo. che lei non lavora. che vivono con i genitori di lei.

"a maggior ragione", dico io, "pensa come lo volevano, questo figlio! pensa a quanto ci hanno riflettuto, pensa a quant'è bello che due così giovani pensino prima di tutto a procreare!"...."no?"

no.

"non si fanno le cose così", fa il guastafeste. "e come si fanno?", sibilo io, nervosetta".

"bisogna prima realizzarsi nella vita"

AH!

come ho fatto a non pensarci prima, no??
cosa significa "realizzarsi nella vita"? perché, visto che non sappiamo che cosa desideri la tizia in questione, che è solo una conoscenza molto poco conosciuta, si suppone che esistano delle categorie di sogni nel cassetto universalmente riconosciute. vediamo....forse ci arrivo...superare un difficilissimo concorso? prendere due o tre lauree? fare carriera in un'azienda agguerritissima? brevettare un marchingegno complicatissimo e farci soldi a palate?
ditemi voi.

oppure si può desiderare la felicità, la serenità? i figli, figli felici, un'esistenza in pace, un amore che duri, una personalità coltivata in armonia con se stessi, pochi piaceri selezionati, un lavoro anche semplice ma onesto? vedere il mondo, conoscere gente, aprirsi alle esperienze, ai cambiamenti? v i v e r e?

non lo so.

ho amiche in carriera che non sono felici, che si sognano in un nido accogliente ad allattare il proprio bambino. ho amiche con figli, che per quei figli hanno troppo sofferto. ho amiche che non amano il proprio lavoro, e altre che non hanno un compagno con cui fare i progetti che tengono, in disordine precario, nei loro cassetti.

è che non ho la pretesa di sapere cosa vuole la gente dalla propria vita. credo che tanti figli nascano per effetto delle convenzioni sociali, di una certa vanità, di insicurezza, se non anche di errori. poi vengono (quasi) sempre comunque amati e rispettati, ma quando i figli sono frutto di un progetto meditato e curato con amore, come non unirsi nell'inno alla vita di quella famiglia?

forse sto sviluppando una eccessiva sensibilità ad argomenti come questo. forse sono troppo stanca, in generale, per limitarmi a tollerare queste prese di posizione, soprattutto se appartengono a persone colte, giovani, che dalla vita hanno avuto tutto.
non è effetto della maternità, degli ormoni dell'allattamento che porto avanti. sarei rimasta male anche prima di pupone, a sentire discorsi così. certo, un po' l'argomento mi tocca, in un certo senso.
ma è così bello, non pretendere di pensare al posto degli altri. limitarsi ad accogliere, ad ascoltare.

invece mi sento sempre più spesso circondata da mura alte, che rimandano la mia voce, non la fanno passare.

8 commenti:

  1. io adesso faccio la voce fuori dal coro, la guastafeste, ma la storia del "dovemangianotremangianoanche quattro" regge poco.
    Io credo che i figli si debbano anche poter mantenere. Questo non significa avere grandi velleità nella vita ma un pizzico di buonsenso.
    Poi nella vita ognuno fa come gli pare. L'importante è essere felici e saper dare felicità

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  2. Io la penso come te, se loro(mamma e papà)sono contenti agli altri cosa interressa?!?tempo fa ho sentito ragionamenti simili perchè una donna aspettava il quarto figlio (cercato) e non avevano dei "super lavori" ma forse tanti non pensano che non è detto che tutti vogliano fare una vita piena di lussi materiali ma vuole vivere una vita ricca di amore e cose semplici

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  3. Guarda,ogni essere umano deve sentirsi libero di fare quello che vuole.
    Se questa ragazza si è sentita realizzata a fare figli da giovane, ben venga, dato che adesso non si fa altro che sentire: non mi sposo perchè ho paura-non faccio figli perchè il mondo è brutto.

    Ma devo anche ammettere che ci sono donne che procreano senza sapere il perchè.
    Altro che "tanto desiderato"!
    Una mia ex compagna di scuola ha avuto la prima bimba a settembre del 99(19 anni).
    a settembre del 2000 (un anno esatto dopo)ha avuto la seconda bimba e mentre era in ospedale a partorire il marito è scappato.
    Finito qui?
    noooooo
    Fresca di parto è uscita con un amico del fratello e ta daaa a settembre 2001 ha avuto la terza figlia.
    Indovina come si è evoluta la situazione?
    lei vive col nuovo compagno e la sua terza figlia.
    le altre 2 vivono con la madre di lei.
    Per fare un figlio non occorrono super stipendi, ne ville col giardino, ma devi ammattere che certe donne aprono le gambe e quel che sarà sarà!

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  4. ah, la mia ex compagna di scuola le sue tre figlie le ha cercate, mica sono capitate a caso.
    Ha cominciato a 16 anni a dire che voleva un figlio.
    Per questo ti dico che a volte le persone agiscono d'impulso ma non sanno cosa vogliono.
    Hai mai sentito quelle donne che si lamentano"i soldi non bastano mai, faccio un lavoro faticoso, non dormo la notte MA: DEVO fare il secondo figlio perchè non mi piacciono i figli unici".
    Devo?

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  5. @ waiting: non parlo di fare le sprovvedute...ma di avere il coraggio e l'onestà di fare quello che ci si sente...certo, a meno che non si abbiano problemi seri...

    @ Ele: agli altri "interessa" sempre, mi sa... ;)

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  6. @ Lavinia: be' ma la tua ex compagna è un caso clinico scusa! ne conosco anch'io di pazze come cavalle! e poi: "devo??" che orrore!!!

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  7. Eccomi :-) Di è malato... yuppi! Ci mancava questa... ma fa niente.
    Ero venuta per dire quello che volevo scrivere quando ho letto il post.
    Senza voler giudicare chi era con te perchè non li conosco, quel tipo di gente quando sfodera certi discorsi mi pare sempre possa dire anche l'esatto contrario. Nel senso che "l'altro" sbaglia a priori.
    Forse sbaglio, ma di giudizi buttati lì, affrettati, frutto di convenzioni sociali piuttosto che di una riflessione vera e propria ne ho fin sopra le scatole, qualunque sia l'argomento eh!

    La domanda è... è lì con te il secondo? :-) Mandami pure a quel paese, ma tra le righe mi sembrava così :-D

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  8. @ Owl: non che io sappia, non che io sappia...! per quanto riguarda mandarti a quel paese... ma quando mai! sei un tesoro!
    comunque, ovviamente, quei discorsi mi toccano in modo particolare, proprio per "quel" motivo.

    abbracci :)

    e baci guaritori a Di

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