giovedì 8 marzo 2012

Spine.

Aver voglia di parlare del parto, del meraviglioso ostetrico che mi ha seguita, dei giorni (sereni) in ospedale, e rischiare troppo spesso di sentirmi ossessiva e ossessionante.
traboccare d'amore e soddisfazione, e un istante dopo sentirmi terrorizzata dal futuro, immediato e non, dalle responsabilità, dalle incognite.
essere trascinata in un gorgo di pensieri senza capo nè coda, pensare che nella vita ho sbagliato tutto tranne i miei figli, ma proprio tutto il resto, che ho imboccato un vicolo cieco. poi tornare a credere che uno sbocco invece c'è. poi sentirmi dire che non c'è.
avere una voglia improvvisa, trascinante, di diventare ostetrica, puericultrice, assistente sociale, psichiatra, per partecipare di quel senso di utilità, di unicità della persona, che a un volgare avvocato è irrimediabilmente negato. che poi non sono nemmeno più seriamente un avvocato, forse non lo sono mai stata, non me ne è mai importato niente.
guardare il mio cv, solo di sfuggita, e pensare che vorrei aggiungere che ho partorito senza anestesia, che forse avrebbe più senso che inventarmi collaborazioni con studi legali e notarili.
sentire il seno esplodere, i punti tirare, la pancia languire di solitudine e l'umore trascinarmi letteralmente via, e non poter dire nulla perchè "non ti puoi proprio lamentare".
non avere tempo per me, ora meno che mai e sicuramente più ora che in futuro.
desiderare una calda comunione di intenti col papà dei miei figli, e sentirmi invece distante anni luce dal suo pragmatismo, dal suo rientro a pie' pari nella Vita Normale.

cercare, per tutto ciò, disperatamente, una valvola di sfogo per tutto questo fiume di sentimenti che mi travolgono senza sosta, da quando mi sveglio a quando mi riaddormento, e trovarla, a momenti, in rigagnoli distratti che sfuggono al mio controllo, in un ricordo, una sensazione tattile, un profumo percepito per strada, o più spesso in lacrime immature che sgorgano di botto da qualche buco del cuore e se ne vanno, chissà dove, a perdersi.

5 commenti:

  1. ..come on..

    certo che puoi lamentarti se ne hai voglia, anzi DEVI! :-) senza pensare, senza giudicarti, ma solo rispettandoti in questo delicato momento..

    carpina

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  2. ma non sono immature quelle lacrime! sono la corona della tua regalità, regalità di donna, di mamma, di persona ancora in ricerca...sono sane quelle lacrime: disinfettano, puliscono e fanno gli occhi più belli! E per finire: non perderti in pensieri troppo seri: è tutta colpa degli ormoni! un bacio!

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  3. baby blues eh?
    lo sai che passerà,vero?
    lo sai che non devi perdetici dentro,vero?
    parlane e lamentati anche a gran voce, dillo a tuo marito.digli che lo senti emotivamente lontano dall uragano in mezzo al quale ti trovi..tendi una mano verso di lui...

    ti abbraccio.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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